Da luogo insignificante a luogo rinomato
Quando Dio doveva scegliere un luogo, dove doveva
nascere il Messia-Re poteva scegliere Roma (città
imperiale), Atene (centro di cultura ellenista) o almeno
Gerusalemme (luogo di culto e città santa). Egli decise
però di scegliere Betlemme, un piccolo villaggio di
Giuda, proprio l’antico paese natio di Davide.
Ogni zona del paese aveva i suoi mille soldati per
formare l’esercito d’Israele, ma Betlemme era così
insignificante che poteva offrire solo un piccolo aiuto
alla sua nazione.
La rinomanza di Betlemme doveva quindi risiedere
altrove. Come nell’antichità era rinomata come luogo di
nascita del re Davide, nel futuro doveva salire alla
ribalta come luogo, dove avrebbe visto la luce un «nuovo
Davide», il Messia-Re d’Israele. Sette secoli prima di
Gesù, Dio annunciava per bocca del profeta Michea: «Ma
da te, o Betlemme Efrata, piccola per essere tra le
migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà
dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi
antichi, ai giorni eterni» (Mi 5,1).
L’esempio di Gesù
Perché Gesù nascesse in Betlemme (Giudea), visto
che Giuseppe e Maria risiedevano in Nazareth (Galilea),
Dio spinse l’imperatore Cesare Augusto a comandare un
censimento; ciò costrinse Giuseppe e Maria a recarsi
nella città dei loro avi, proprio nel periodo in cui la
donna era molto avanzata nella gravidanza. Gesù, pur
essendo il Messia-Re, nacque da una umile famiglia, dopo
la nascita fu posto in una mangiatoia e fu visitato per
prima da umili pastori.
Certamente qui troviamo un principio spirituale,
insegnato da Dio e ripetuto spesse volte nelle
Scritture: «Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli
umili» (1 Pt 5,5). Ciò valse per suo Figlio, per
Betlemme e per i pastori. Dio Padre, per innalzare suo
Figlio nella storia, lo mandò dapprima in una condizione
umile: «Cristo Gesù…, essendo in forma di Dio non
riputò rapina l’essere uguale a Dio, 7ma
annichilì se stesso, prendendo forma di servo e
divenendo simile agli uomini; 8ed essendo
trovato nell’esteriore come un uomo, abbassò se stesso,
facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte della
croce» (Fil 2,5-8).
Questa via del Messia-Re verso il basso nella
storia permise a Dio Padre di innalzare suo Figlio nella
storia, per dargli un significato senza confronti: «Ed
è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha
dato il nome che è al di sopra d’ogni nome, 10affinché
nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli,
sulla terra e sotto la terra, 11e ogni lingua
confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di
Dio Padre» (Fil 2,9ss).
Il principio divino per chi accetta la scuola del
timor dell’Eterno è questo: «L’umiltà precede la
gloria» (Pr 15,33; 18,12; cfr. 22,4) e «Chi
s’abbassa sarà innalzato» (Lc 14,11; 18,14).
Le conseguenze per Betlemme
La nascita del Messia in Betlemme portò alla
ribalta questo piccolo villaggio. Se nel testo ebraico
del profeta Michea era scritto che tale luogo era «piccolo
per essere tra le migliaia di Giuda», Matteo citando
il testo greco della Settanta riportò invece: «E tu,
Betlemme, terra di Giuda, non sei per nulla la minima
fra le città principali di Giuda; perché da te uscirà un
Principe, che pascerà il mio popolo Israele» (Mt
2,6).
Sulle sue colline si levò la gloria dell’Eterno,
sui suoi pascoli si udì il canto degli angeli, che
gridavano: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, pace
in terra fra gli uomini che Egli gradisce!» (Lc
2,14).
Betlemme è divenuto un luogo notevole in tutto il
mondo. Migliaia di persone visitano quell’umile
contrada. Chi visita quel villaggio, che dista poco da
Gerusalemme, sente sempre l’eco delle parole del profeta
Michea: «Da te…», come per voler dire a
Gerusalemme e alle grandi città di questo mondo: «Non da
te».
Se un villaggio così umile, fu così esaltato e
onorato perché visitato da Dio, quanto più sarà esaltato
quell’umile cuore che riconosce in Gesù il proprio
Messia-Re, ossia lo accetta come Signore e Salvatore
della sua vita.
Le conseguenze per l’uomo
È bene non farsi illusioni: Dio non onorerà i
grandi, i potenti e superbi di questo mondo, ma solo
coloro che sono umili di cuore e si sottomettono a Lui.
Maria, dopo la visita dell’angelo, si rivolse a Dio con
queste parole: «Egli ha riguardato alla bassezza
della sua serva... ha disperso quelli che erano superbi
nei pensieri del cuore loro; ha tratto giù dai troni i
potenti, e ha innalzato gli umili» (Lc 1,48-52).
Maria, questa giovane ebrea, che si umiliò dinanzi
all’Altissimo, si dispose all’ubbidienza come sua serva,
ebbe il privilegio di diventare madre di Gesù e di
passare così alla storia. Ciò mostra che cosa possa fare
Dio di un luogo insignificante e di una donna
sconosciuta. Per una simile ragione Pietro consigliò ai
suoi lettori: «Umiliamoci dunque sotto la potente
mano di Dio, affinché Egli ci innalzi a suo tempo»
(1 Pt 5,6). E Giacomo gli fece eco: «Dio resiste ai
superbi e dà grazia agli umili. Sottomettetevi dunque a
Dio […] Appressatevi a Dio, ed Egli si appresserà a voi.
[…] Umiliatevi nel cospetto del Signore, ed Egli vi
innalzerà» (Gcm 4,7s.10).
Che Dio possa trovare il cuore d’ognuno così umile
al suo cospetto da potergli dire personalmente: «Di te,
vaso d’argilla, farò un “vaso per uso nobile”,
uno dei “vasi di misericordia… già innanzi preparati
per la gloria” mia» (Rm 9,21.23).
► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Betlemme_mutamento_R56.htm
09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015
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