Come ottenere il discernimento biblico

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«La dichiarazione delle tue parole illumina, dà intelletto ai semplici» (Salmo 119,130)

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Dopo un'introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT. Ecco le parti principali dell'introduzione alla teologia dell’AT: - Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT - Le posizioni teologiche più ricorrenti - I patti e gli altri approcci - Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT. Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 
 
 

 

 
 

 

 

 
 
 
 
 

 

LE CHIAVI DEL REGNO

 

 di Giovambattista Mele - Nicola Martella

 

Gesù, rivolgendosi a Pietro, gli disse: «Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; e qualsivoglia [cosa] avrai legato sulla terra sarà legato nei cieli, e qualsivoglia [cosa] avrai sciolto in terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,19). Cosa voleva dire Cristo con queste parole?

     Si noti innanzitutto che «Simone, figlio di Giona» confessò pubblicamente questo riguardo a Gesù: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»; ossia: «Tu sei il Messia-Re promesso» (v. 16). Ciò era un punto importante e una pietra miliare rispetto al relativismo e alla confusione vigenti fra i Giudei del tempo sulla persona di Gesù (v. 14). Gesù rese chiaro che tale testimonianza non derivava dal raziocinio umano di Pietro (cfr. vv. 22s!), ma dalla rivelazione del «Padre mio che è nei cieli» (v. 17). Tale confessione rappresentava la pietra miliare perché Gesù potesse fondare la sua «assemblea messianica» (v. 18). Il regno di Dio poteva costruirsi solo con persone che erano disposti a puntare tutto e perfino a morire per il fatto che Egli era il Messia-Re che doveva venire (vv. 24ss).

     Bisogna anche sapere che Gesù disse cose simili anche agli altri suoi discepoli: «Io vi dico in verità: Se voi legherete qualsivoglia sulla terra, sarà legato nel cielo; e se voi scioglierete qualsivoglia sulla terra, sarà sciolto nel cielo» (Mt 18,18). Il contesto qui era quello della disciplina nell’assemblea messianica (vv. 15ss) e dell’accordo solenne in preghiera dei discepoli dinanzi al Signore (vv. 19s).

     Inoltre bisogna tener presente che l’apostolo Matteo scrisse per i Giudei e presentò Gesù come loro re. Il Re era arrivato e il regno storico poteva cominciare, se ce ne fossero state le condizioni. Per questo Gesù e i suoi discepoli annunziarono «l’Evangelo del regno» (Mt 4,23; 9,35; 24,14), invitando i Giudei al ravvedimento e a riconoscere Gesù come loro Re. Poiché i capi religiosi e politici dei Giudei rifiutarono Gesù come loro Messia e Re, ma anzi lo portarono alla morte, Gesù annunziò loro che il regno sarebbe stato loro tolto fino a condizioni migliori (Mt 21,43). In vista del suo secondo ritorno e del regno messianico, Gesù annunciò: «E questo evangelo del regno sarà predicato per tutto il mondo, onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine» (Mt 24,14) e diede ai suoi discepoli al riguardo un grande mandato missionario universale (Mt 28,18ss).

     Perciò, il «regno dei cieli» avrebbe avuto una dimensione spirituale, prima del suo avvento storico. Infatti a Pentecoste Pietro denunziò le responsabilità dei Giudei riguardo a Gesù (At 2,22ss) e terminò dicendo: «Sappia dunque sicuramente tutta la casa d’Israele che Dio ha fatto e Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso» (v. 36). Quel giorno 3.000 persone furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli altri apostoli che cosa dovessero fare (v. 37). Fu risposto loro: «Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo» (v. 38). Qui si realizzarono per la prima volta le parole dette da Gesù a Pietro e agli apostoli.

     Oggigiorno, il «regno dei cieli» riferisce alla presente situazione del regno, in cui molte persone veramente credono in Cristo e diventano veri «figli del regno» (Mt 13,38).

     Quell’Evangelo che Cristo insegnò e predicò e che gli apostoli proclamarono ai loro tempi, oggigiorno viene proclamato da un gran numero di predicatori della Parola. Ai tempi degli apostoli come in quelli odierni per chi ode e accetta l’Evangelo del Signore vale sempre questo principio: «Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarà salvato» (Rm 10,9s).

     Come Pietro fece allora uso delle «chiavi del regno dei cieli», predicando a Pentecoste e in seguito l’Evangelo, così fecero gli altri apostoli e gli altri credenti (p.es. Filippo; At 8,5.12), Paolo (At 9,27; 18,5) e Barnaba insieme alle loro squadre missionarie, Apollo (At 18,28), Timoteo (2 Cor 1,19), Tito e tanti altri. Così avviene anche oggi.

     Le «chiavi» permettono di aprire e chiudere qualcosa. Gesù stesso si presentò nell’Apocalisse così: «Tengo le chiavi della morte e dell’Ades» (Ap 1,18). E affermò altresì di essere «Colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, colui che chiude e nessuno apre» (Ap 3,7). È Gesù che tiene a tutti gli effetti l’assoluto potere legislativo ed esecutivo del regno politico d’Israele, essendo Lui il «figlio di Davide».

     I seguaci di Gesù, annunziando l’Evangelo agli altri, fanno uso delle «chiavi», aprendo così la salvezza alle persone che accettano Cristo; allo stesso tempo, tale annuncio preclude la salvezza a coloro che rifiutano Cristo. Si tratta quindi di una simbologia. Paolo espresse la stessa cosa in modo diverso: «Noi siamo dinanzi a Dio il buon odore di Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione; 16a questi, un odore di morte, a morte; a quelli, un odore di vita, a vita» (2 Cor 2,15s).

 

Ribadiamo quindi che le «chiavi» facevano parte di un linguaggio simbolico e si riferivano all’annuncio della Parola di Dio riguardo al Messia-Re e al suo regno. In quel momento Gesù si rivolse a Pietro perché la conversazione lo riguardava da vicino, avendo egli confessato che Gesù era il Messia promesso, ma il messaggio delle chiavi fu dato a tutti i suoi discepoli. Infatti sia Pietro che gli altri apostoli non capirono nulla lì per lì, ma solo dal giorno della Pentecoste in poi, quando discese lo Spirito Santo. Così dall’allora in poi, chiunque accetta la parola di Dio, è legato al regno di Dio; e chi la rifiuta, ne è disciolto e se ne va in perdizione; si noti come legare e sciogliere erano allora altresì i termini tecnici per sposare e ripudiare.

     Pietro si trovò qui nel centro del discorso, ma non era una persona particolarmente privilegiata che aveva il potere esclusivo d’aprire o chiudere una qualsiasi «porta» della dottrina nella chiesa apostolica. Non si parla mai di un potere legislativo o esecutivo di Pietro tra gli apostoli e nella chiesa primitiva. È scritto che i credenti della chiesa di Gerusalemme «erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli» (At 2,42), senza menzionare una posizione speciale per Pietro. Quando si recò a casa del non-giudeo Cornelio fu Lui a doversi giustificare dinanzi agli apostoli e ai fratelli della chiesa della Giudea (At 11,1ss). A Pietro non fu neppure risparmiato il rimprovero da parte di Paolo nella chiesa di Antiochia, quando si comportò in modo scorretto rispetto all’Evangelo (Gal 2,11ss); si noti in 2 Pt 3,15s come Pietro apprezzava gli scritto di Paolo e biasimava coloro che li torcevano a loro perdizione.

     Il regno di cui parlò Gesù è il suo regno politico alla fine dei tempi. Il Signore stesso spiegò quale sarà un giorno in esso la funzione di Pietro e degli altri apostoli: «Io vi dico in verità: Voi che mi avete seguito, nella palingenesi [= rinnovamento, restaurazione, rinascimento] — quando il Figlio del l’uomo sederà sul trono della sua gloria — anche voi sederete su dodici troni e giudicherete le dodici tribù d’Israele» (Mt 19,28). Qui Gesù promise ai suoi apostoli che, all’inizio del suo regno politico alla fine dei tempi, quando egli governerà il mondo come Re dei re e Signore dei signori, essi sederanno su dei troni per giudicare il popolo d’Israele scampato dalla gran tribolazione. Allora essi faranno uso delle chiavi del regno in senso esecutivo, stabilendo da giudici chi avrà il diritto fra gli Ebrei di entrare in esso e chi no.

     Intanto però, da quel giorno della Pentecoste in poi, l’uso delle «chiavi» si applica solo alla proclamazione dell’Evangelo (Mt 16) e alle situazioni disciplinari all’interno dell’assemblea messianica (Mt 18). Un caso esemplare fu quello di Simone il Mago che Pietro respinse, dichiarandogli: «Vada il tuo danaro con te in perdizione, poiché hai stimato che il dono di Dio si acquisti con danaro. 21Tu, in questo, non hai parte né sorte alcuna; perché il tuo cuore non è retto dinanzi a Dio. 22Ravvediti dunque di questa tua malvagità; e prega il Signore affinché, se è possibile, ti sia perdonato il pensiero del tuo cuore. 23Poiché io ti vedo in fiele amaro e in legami di iniquità» (Mt 8,20). Un altro esempio fu quello di dare qualcuno in man di Satana per fini disciplinari. Paolo disse di un fornicatore in Corinto: «Nel nome del Signor Gesù, essendo insieme adunati voi e lo spirito mio, con la potestà del Signor nostro Gesù, 5ho deciso che quel tale sia dato in man di Satana, a perdizione della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signor Gesù» (2 Cor 5,4s; cfr. 1 Tm 1,20). È verosimile che se questo è legare, sciogliere significava liberare da ciò; Gesù applicò lo sciogliere alla liberazione dal potere dei demoni (Lc 13,16).

     Nel caso normale ciò si riferiva all’annuncio dell’Evangelo. I discepoli ripieni di Spirito Santo, predicando Gesù, hanno permesso l’accesso a tutti coloro, che hanno creduto in Lui, di passare per quella porta che è Cristo. Quella stessa porta è rimasta aperta ancora fino a oggi.

fortunatamente.

     Se Dio non avesse avuto misericordia di noi Gentili, vivremmo ancora nel paganesimo, senza conoscere il suo Evangelo e, quindi, la salvezza. Paolo fece questo quadro: «In quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele ed estranei ai patti della promessa, non avendo speranza, ed essendo senza Dio nel mondo. 13Ma ora, in Cristo Gesù, voi che già eravate lontani, siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo» (Ef 2,12s). Ciò che era chiuso, è stato aperto; ciò che era escluso, è stato incluso.

     Tutti possono ora incamminarsi sulla vera via e passare per quella porta, che è Cristo. Ora, la porta è aperta a tutti. Sta a chi ascolta l’Evangelo di decidere, fintantoché Dio gli concede luce. Poi le porte possono chiudersi e un giorno si chiuderanno. «Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli angeli, toglieranno i malvagi di mezzo ai giusti, 50e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà il pianto e lo stridore dei denti» (Mt 13,49s).

 

► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Chiavi_regno_MT_AT.htm

09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015

 

 

«Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Timoteo 4,16)

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