Gesù, rivolgendosi a Pietro, gli
disse: «Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; e
qualsivoglia [cosa] avrai legato sulla terra sarà legato
nei cieli, e qualsivoglia [cosa] avrai sciolto in terra
sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,19). Cosa voleva dire
Cristo con queste parole?
Si noti innanzitutto che
«Simone, figlio di Giona» confessò pubblicamente questo
riguardo a Gesù: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio
vivente»; ossia: «Tu sei il Messia-Re promesso» (v.
16). Ciò era un punto importante e una pietra miliare
rispetto al relativismo e alla confusione vigenti fra i
Giudei del tempo sulla persona di Gesù (v. 14). Gesù
rese chiaro che tale testimonianza non derivava dal
raziocinio umano di Pietro (cfr. vv. 22s!), ma dalla
rivelazione del «Padre mio che è nei cieli» (v.
17). Tale confessione rappresentava la pietra miliare
perché Gesù potesse fondare la sua «assemblea
messianica» (v. 18). Il regno di Dio poteva costruirsi
solo con persone che erano disposti a puntare tutto e
perfino a morire per il fatto che Egli era il Messia-Re
che doveva venire (vv. 24ss).
Bisogna anche sapere che Gesù
disse cose simili anche agli altri suoi discepoli: «Io
vi dico in verità: Se voi legherete qualsivoglia sulla
terra, sarà legato nel cielo; e se voi scioglierete
qualsivoglia sulla terra, sarà sciolto nel cielo»
(Mt 18,18). Il contesto qui era quello della disciplina
nell’assemblea messianica (vv. 15ss) e dell’accordo
solenne in preghiera dei discepoli dinanzi al Signore
(vv. 19s).
Inoltre bisogna tener presente
che l’apostolo Matteo scrisse per i Giudei e presentò
Gesù come loro re. Il Re era arrivato e il regno storico
poteva cominciare, se ce ne fossero state le condizioni.
Per questo Gesù e i suoi discepoli annunziarono
«l’Evangelo del regno» (Mt 4,23; 9,35; 24,14), invitando
i Giudei al ravvedimento e a riconoscere Gesù come loro
Re. Poiché i capi religiosi e politici dei Giudei
rifiutarono Gesù come loro Messia e Re, ma anzi lo
portarono alla morte, Gesù annunziò loro che il regno
sarebbe stato loro tolto fino a condizioni migliori (Mt
21,43). In vista del suo secondo ritorno e del regno
messianico, Gesù annunciò: «E questo evangelo del
regno sarà predicato per tutto il mondo, onde ne sia
resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la
fine» (Mt 24,14) e diede ai suoi discepoli al
riguardo un grande mandato missionario universale (Mt
28,18ss).
Perciò, il «regno dei cieli»
avrebbe avuto una dimensione spirituale, prima del suo
avvento storico. Infatti a Pentecoste Pietro denunziò le
responsabilità dei Giudei riguardo a Gesù (At 2,22ss) e
terminò dicendo: «Sappia dunque sicuramente tutta la
casa d’Israele che Dio ha fatto e Signore e Cristo quel
Gesù che voi avete crocifisso» (v. 36). Quel giorno
3.000 persone furono compunti nel cuore e chiesero a
Pietro e agli altri apostoli che cosa dovessero fare (v.
37). Fu risposto loro: «Ravvedetevi, e ciascun di voi
sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la
remissione dei vostri peccati, e voi riceverete il dono
dello Spirito Santo» (v. 38). Qui si realizzarono
per la prima volta le parole dette da Gesù a Pietro e
agli apostoli.
Oggigiorno, il «regno dei
cieli» riferisce alla presente situazione del regno, in
cui molte persone veramente credono in Cristo e
diventano veri «figli del regno» (Mt 13,38).
Quell’Evangelo che Cristo
insegnò e predicò e che gli apostoli proclamarono ai
loro tempi, oggigiorno viene proclamato da un gran
numero di predicatori della Parola. Ai tempi degli
apostoli come in quelli odierni per chi ode e accetta
l’Evangelo del Signore vale sempre questo principio: «Se
con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai
creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti,
sarà salvato» (Rm 10,9s).
Come Pietro fece allora uso
delle «chiavi del regno dei cieli», predicando a
Pentecoste e in seguito l’Evangelo, così fecero gli
altri apostoli e gli altri credenti (p.es. Filippo; At
8,5.12), Paolo (At 9,27; 18,5) e Barnaba insieme alle
loro squadre missionarie, Apollo (At 18,28), Timoteo (2
Cor 1,19), Tito e tanti altri. Così avviene anche oggi.
Le «chiavi» permettono di
aprire e chiudere qualcosa. Gesù stesso si presentò
nell’Apocalisse così: «Tengo le chiavi della morte e
dell’Ades» (Ap 1,18). E affermò altresì di essere «Colui
che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno
chiude, colui che chiude e nessuno apre» (Ap 3,7). È
Gesù che tiene a tutti gli effetti l’assoluto potere
legislativo ed esecutivo del regno politico d’Israele,
essendo Lui il «figlio di Davide».
I seguaci di Gesù, annunziando
l’Evangelo agli altri, fanno uso delle «chiavi», aprendo
così la salvezza alle persone che accettano Cristo; allo
stesso tempo, tale annuncio preclude la salvezza a
coloro che rifiutano Cristo. Si tratta quindi di una
simbologia. Paolo espresse la stessa cosa in modo
diverso: «Noi siamo dinanzi a Dio il buon odore di
Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza e
fra quelli che sono sulla via della perdizione; 16a
questi, un odore di morte, a morte; a quelli, un odore
di vita, a vita» (2 Cor 2,15s).
Ribadiamo quindi che le «chiavi»
facevano parte di un linguaggio simbolico e si
riferivano all’annuncio della Parola di Dio riguardo al
Messia-Re e al suo regno. In quel momento Gesù si
rivolse a Pietro perché la conversazione lo riguardava
da vicino, avendo egli confessato che Gesù era il Messia
promesso, ma il messaggio delle chiavi fu dato a tutti i
suoi discepoli. Infatti sia Pietro che gli altri
apostoli non capirono nulla lì per lì, ma solo dal
giorno della Pentecoste in poi, quando discese lo
Spirito Santo. Così dall’allora in poi, chiunque accetta
la parola di Dio, è legato al regno di Dio; e chi la
rifiuta, ne è disciolto e se ne va in perdizione; si
noti come legare e sciogliere erano allora altresì i
termini tecnici per sposare e ripudiare.
Pietro si trovò qui nel centro
del discorso, ma non era una persona particolarmente
privilegiata che aveva il potere esclusivo d’aprire o
chiudere una qualsiasi «porta» della dottrina nella
chiesa apostolica. Non si parla mai di un potere
legislativo o esecutivo di Pietro tra gli apostoli e
nella chiesa primitiva. È scritto che i credenti della
chiesa di Gerusalemme «erano perseveranti
nell’attendere all’insegnamento degli apostoli» (At
2,42), senza menzionare una posizione speciale per
Pietro. Quando si recò a casa del non-giudeo Cornelio fu
Lui a doversi giustificare dinanzi agli apostoli e ai
fratelli della chiesa della Giudea (At 11,1ss). A Pietro
non fu neppure risparmiato il rimprovero da parte di
Paolo nella chiesa di Antiochia, quando si comportò in
modo scorretto rispetto all’Evangelo (Gal 2,11ss); si
noti in 2 Pt 3,15s come Pietro apprezzava gli scritto di
Paolo e biasimava coloro che li torcevano a loro
perdizione.
Il regno di cui parlò Gesù è
il suo regno politico alla fine dei tempi. Il Signore
stesso spiegò quale sarà un giorno in esso la funzione
di Pietro e degli altri apostoli: «Io vi dico in
verità: Voi che mi avete seguito, nella palingenesi [=
rinnovamento, restaurazione, rinascimento] — quando il
Figlio del l’uomo sederà sul trono della sua gloria —
anche voi sederete su dodici troni e giudicherete le
dodici tribù d’Israele» (Mt 19,28). Qui Gesù promise
ai suoi apostoli che, all’inizio del suo regno politico
alla fine dei tempi, quando egli governerà il mondo come
Re dei re e Signore dei signori, essi sederanno su dei
troni per giudicare il popolo d’Israele scampato dalla
gran tribolazione. Allora essi faranno uso delle chiavi
del regno in senso esecutivo, stabilendo da giudici chi
avrà il diritto fra gli Ebrei di entrare in esso e chi
no.
Intanto però, da quel giorno
della Pentecoste in poi, l’uso delle «chiavi» si applica
solo alla proclamazione dell’Evangelo (Mt 16) e alle
situazioni disciplinari all’interno dell’assemblea
messianica (Mt 18). Un caso esemplare fu quello di
Simone il Mago che Pietro respinse, dichiarandogli: «Vada
il tuo danaro con te in perdizione, poiché hai stimato
che il dono di Dio si acquisti con danaro. 21Tu,
in questo, non hai parte né sorte alcuna; perché il tuo
cuore non è retto dinanzi a Dio. 22Ravvediti
dunque di questa tua malvagità; e prega il Signore
affinché, se è possibile, ti sia perdonato il pensiero
del tuo cuore. 23Poiché io ti vedo in fiele
amaro e in legami di iniquità» (Mt 8,20). Un altro
esempio fu quello di dare qualcuno in man di Satana per
fini disciplinari. Paolo disse di un fornicatore in
Corinto: «Nel nome del Signor Gesù, essendo insieme
adunati voi e lo spirito mio, con la potestà del Signor
nostro Gesù, 5ho deciso che quel tale sia
dato in man di Satana, a perdizione della carne,
affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signor Gesù»
(2 Cor 5,4s; cfr. 1 Tm 1,20). È verosimile che se questo
è legare, sciogliere significava liberare da ciò; Gesù
applicò lo sciogliere alla liberazione dal potere dei
demoni (Lc 13,16).
Nel caso normale ciò si
riferiva all’annuncio dell’Evangelo. I discepoli ripieni
di Spirito Santo, predicando Gesù, hanno permesso
l’accesso a tutti coloro, che hanno creduto in Lui, di
passare per quella porta che è Cristo. Quella stessa
porta è rimasta aperta ancora fino a oggi.
fortunatamente.
Se Dio non avesse avuto
misericordia di noi Gentili, vivremmo ancora nel
paganesimo, senza conoscere il suo Evangelo e, quindi,
la salvezza. Paolo fece questo quadro: «In quel tempo
eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza
d’Israele ed estranei ai patti della promessa, non
avendo speranza, ed essendo senza Dio nel mondo. 13Ma
ora, in Cristo Gesù, voi che già eravate lontani, siete
stati avvicinati mediante il sangue di Cristo» (Ef
2,12s). Ciò che era chiuso, è stato aperto; ciò che era
escluso, è stato incluso.
Tutti possono ora incamminarsi
sulla vera via e passare per quella porta, che è Cristo.
Ora, la porta è aperta a tutti. Sta a chi ascolta
l’Evangelo di decidere, fintantoché Dio gli concede
luce. Poi le porte possono chiudersi e un giorno si
chiuderanno. «Così avverrà alla fine dell’età
presente. Verranno gli angeli, toglieranno i malvagi di
mezzo ai giusti, 50e li getteranno nella
fornace del fuoco. Lì sarà il pianto e lo stridore dei
denti» (Mt 13,49s).
► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Chiavi_regno_MT_AT.htm
09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015
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