1. ENTRIAMO IN
TEMA: La sacra Bibbia parla in modo
chiaro su quest’argomento. La riflessione teologica su
Dio è oggetto della «teologia propria».
Non è sufficiente dire che Dio è il Creatore
dell’universo. Infatti bisogna altresì spiegare
congiuntamente l’attuale relazione che li lega: Dio
mantiene costantemente in vita l’universo. Allo stesso
modo, quando diciamo che Dio è personale dobbiamo
immediatamente aggiungere che non è soggetto alle
limitazioni della personalità umana. È vero che Dio ha
creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, ma una cosa
è l’originale e una cosa è la sua immagine.
Possiamo parlare di Dio correttamente solo in modo
«polare» — p.es. Dio è misericordioso, ma anche
santo (Es 34,6s); si rivela, ma anche si nasconde
(Is 45,15; Pr 25,2) — evitando perciò di polarizzarlo in
un modo o nell’altro. A ciò si aggiunga che tutte le
verità, che evidenzieremo qui di seguito su Dio, devono
essere considerate insieme. Se si rigetta o modifica
anche uno solo di questi aspetti, il nostro concetto di
Dio sarà seriamente intaccato. Un’immagine distorta di
Dio è alla base di vari disturbi spirituali.
Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, «Chi è
Dio?»,
Entrare nella breccia (Punto°A°Croce,
Roma 1996), pp. 103-111.
2. DIO È
PERSONALE: Egli non è una forza
impersonale o un’energia. Come gli uomini hanno nomi di
persone che li caratterizzano, così Dio nell’AT si diede
vari nomi nella storia e un nome specifico legato a
Israele e al suo patto: Jahweh.
■ Il Dio all’opera: Jahwè significa «colui
che interviene», ossia per liberare il suo popolo;
alcuni lo interpretano come «colui che è qua
(attivamente)». Si potrebbe tradurre con «l’Agente»; nei
brani che riportiamo, manteniamo «l’Eterno», sebbene
questo non sia la traduzione di Jahwè. «Elohim disse
ancora a Mosè: Dirai così ai figli d’Israele: “Jahwè,
l’Elohim dei vostri padri, l’Elohim d’Abrahamo, l’Elohim
d’Isacco e l’Elohim di Giacobbe” mi ha mandato da voi.
Tale è il mio nome in perpetuo, tale la mia designazione
per tutte le generazioni» (Es 3,15). Elohim
significava «tremendo» e designava allora «l’autorità».
In ogni modo, il nome Jahwè fu rivelato in connessione
con la liberazione d’Israele dall’Egitto (Es 3,13-17;
6,3-8).
Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’AT
(Punto°A°Croce, Roma
2002), «Jahwè», pp. 200ss; «Nome di Dio», pp. 236s;
«Tremendo», pp. 356ss.
■ Essere razionale: Dio ha una mente e può
pensare; non è perciò irrazionale. «Poiché i miei
pensieri non sono i vostri pensieri né le vostre vie
sono le mie vie, dice l’Eterno. Come i cieli sono più
alti della terra, così le mie vie sono più alte delle
vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri
pensieri» (Is 55:8ss)
■ Arbitrio: Dio ha una volontà e decide in
piena libertà. Egli non è determinato da qualcuno, né da
qualcosa. «Sì, io riconosco che l’Eterno è grande e
che il nostro Signore è al di sopra di tutti gli dèi.
L’Eterno fa tutto ciò che gli piace, in cielo e in
terra, nei mari e in tutti gli abissi» (Sal 135,5s;
cfr. 115,3).
■ Emozioni: Dio è capace di sentimenti. Dio
usò il profeta Osea per manifestare i propri sentimenti:
«Come potrei abbandonarti, o Efraim, o lasciarti in
balia d’altri, o Israele?... Il mio cuore si commuove
dentro di me, le mie compassioni s’infiammano tutte»
(Os 11,8).
■ Comunicazione: Poiché è un Dio
«personale», può rivelarsi agli uomini, comunicare con
loro e trasmettere loro la verità. Può avere un rapporto
personale con gli esseri umani e questi ultimi lo
possono conoscere in modo personale. «Poiché così
dice l’Alto e l’Eccelso, che abita l’eternità, e il cui
nome è “il Santo”: Io abito nel luogo alto e santo e
presso colui che è contrito e umiliato di spirito, per
ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare lo
spirito degli umiliati» (Is 57,15).
3. DIO È INFINITO:
«Personale» non significa che Dio abbia le limitazioni
della personalità umana. La Bibbia avendo un linguaggio
concreto, non contiene un concetto come «Dio è
infinito», ma contiene delle asserzioni o delle
illustrazioni corrispondenti.
■ Essere non creato: Dio non fu creato da
qualcuno più grande di Lui. «Prima di me nessun Dio
fu formato e, dopo di me, non v’è ne sarà alcuno»
(Is 43,10).
■ Sempre esistente: Dio è sempre esistito ed
esisterà sempre. Non è limitato dal tempo, poiché sia il
tempo che lo spazio sono sue creature. «Prima che i
monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e il
mondo, anzi da sempre e per sempre tu sei Dio» (Sal
90,2)
■ Onnipresente: Dio non è limitato
dall’universo, poiché opera costantemente attraverso di
esso. Egli è onnipresente. Niente, in tutto l’universo,
si muove e opera indipendentemente da Lui. «Sono io
soltanto un “Dio da vicino” — dice l’Eterno — e non
anche un “Dio da lontano”? Potrebbe uno nascondersi in
luogo occulto senza che io lo veda? — dice l’Eterno. Non
riempio io il cielo e la terra? — dice l’Eterno» (Gr
23,23s).
■ Onniveggente: Dio conosce ogni cosa
presente e futura di ciascun individuo poiché è
onnisciente. Il Salmista esprimeva questa
consapevolezza: «Tu sai quando mi siedo e quando
m’alzo, tu intendi il mio pensiero da lontano. Tu mi
scruti quando cammino e quando mi giaccio e conosci a
fondo tutte le mie vie» (Sal 139,2s).
■ Onnipotente: Dio può fare ciò che vuole,
essendo onnipotente, sebbene non può smentire se stesso
quanto al suo carattere santo e giusto. Non esiste per
Lui caso, fato o fortuna; niente opera indipendentemente
da Lui. Mosè riconobbe in preghiera: «O Signore, o
Eterno, tu hai cominciato a mostrare al tuo servo la tua
grandezza e la tua mano potente; poiché qual è l’Iddio,
in cielo o sulla terra, che possa fare delle opere e dei
portenti pari a quelli che fai tu?» (Dt 3,24).
Giobbe riconobbe: «Ma egli non ha uguali, e chi mai
può farlo cambiare? Ciò che egli vuole, lo fa; così egli
compirà ciò che ha decretato nei miei confronti e di
piani come questo ne ha molti altri» (Gb 23,13s;
cfr. 9,12ss). Il re babilonese Nebukadnezar riconobbe: «Tutti
gli abitanti della terra sono da lui reputati un nulla;
egli agisce come vuole con l’esercito del cielo e con
gli abitanti della terra; e non v’è alcuno che possa
fermare la sua mano o dirgli: “Che fai?”» (Dn 4,35).
■ Più grande del creato: Il saggio re
Salomone, dopo aver costruito il tempio, confessò
solennemente dinanzi al popolo: «Ma è egli proprio
vero che Dio abiti con gli uomini sulla terra? Ecco, i
cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere;
quanto meno questa casa che io ho costruita!» (2 Cr
6,18). Paolo disse agli Ateniesi nell’Areopago: «Il
Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in
esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita
in templi fatti d’opera di mano…» (At 17,24).
4. DIO È IL
CREATORE DELL’UNIVERSO: Il tempo e lo
spazio sono stati creati per il suo libero arbitrio. Dio
non era obbligato a creare l’universo, era completo e
perfetto anche senza di esso. «Lodatelo, voi tutti
suoi angeli, lodatelo voi tutti suoi eserciti. Lodatelo,
voi cieli dei cieli, e voi acque al di sopra dei cieli.
Tutte queste cose lodino il nome dell’Eterno, perché
egli comandò, ed esse furono create» (Sal 148,2-5)
L’universo è completamente distinto da Dio. Egli è
trascendente. L’universo non è una parte di Dio né una
emanazione di Dio. «I cieli furono fatti per mezzo
della parola dell’Eterno, e tutto il loro esercito
mediante il soffio della sua bocca. Egli radunò le acque
del mare come in un mucchio e ripose gli abissi in
serbatoi. Tutta la terra tema l’Eterno, e tremino
davanti a lui tutti gli abitanti del mondo. Poiché egli
parlò e la cosa fu; egli comandò e la cosa sorse»
(Sal 33,6-9)
Dio non creò l’universo trasformando del materiale
prima preesistente: Egli creò tutto dal nulla. «Per
fede intendiamo che i mondi sono stati preparati per
mezzo della parola di Dio, cosicché le cose che si
vedono non vennero all’esistenza da cose apparenti»
(Eb 11,3). Ciò significa che le cose attualmente
visibili non furono tratte da cose che si potevano già
percepire con i sensi.
Dio usa la stessa potenza, con la quale ha creato
l’universo, per aiutare le sue deboli creature che si
affidano a Lui. «Non lo sai tu? Non l’hai tu udito?
L’Eterno è il Dio d’eternità, il creatore degli estremi
confini della terra. Egli non s’affatica e non si
stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile. 29Egli
dà forza allo stanco e accresce vigore allo spossato.
30I giovani s’affaticano e si stancano; i
giovani scelti vacillano e cadono, 31ma
quelli che sperano nell’Eterno acquistano nuove forze,
s’alzano a volo come aquile; corrono e non si stancano,
camminano e non s’affaticano» (Is 40,28-31)
5. DIO MANTIENE
IN VITA L’UNIVERSO: Dio non ha solo
creato l’universo, Egli lo sostiene (cfr. Eb 1,3). Dio
opera nell’universo quantunque non sia parte d’esso.
Egli non è semplicemente la «Causa prima» di ogni cosa.
Dio non è come l’orologiaio che, dopo aver costruito
l’orologio e avergli dato la corda, lo lascia a se
stesso. L’universo, senza l’opera continua di Dio, non
potrebbe continuare a esistere. «Benedici, anima mia,
l’Eterno! O Eterno, mio Dio, tu sei sommamente grande;
sei vestito di splendore e di maestà. Egli s’avvolge di
luce come d’un manto e distende i cieli come una tenda…
Egli fa crescere l’erba per il bestiame e la vegetazione
per il servizio dell’uomo, facendo uscire dalla terra il
suo nutrimento… Tu mandi le tenebre e si fa notte»
(Salmo104, 1s.14.20). ▪ «Cantate all’Eterno… che
copre il cielo di nuvole, prepara la pioggia per la
terra e fa crescere l’erba sui monti. Egli provvede cibo
al bestiame e ai c dei corvi che gridano»
(Salmo147,7ss). ▪ «Tu nascondi la tua faccia, ed essi
sono smarriti; tu ritiri il loro spirito, ed essi
muoiono ritornando nella loro polvere» (Sal 104,29).
L’opera della creazione e della provvidenza divine
sono viste a volte come mirabilmente connesse tra loro:
«Tu solo sei l’Eterno! Tu hai fatto i cieli dei cieli
e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che sta
su d’essa, i mari e tutto ciò che è in essi. Tu conservi
in vita tutte queste cose…» (Ne 9,6).
Anche del Figlio di Dio viene detto che è «lo
splendore della sua gloria e l’impronta della sua
essenza» e sostiene «tutte le cose con la parola
della sua potenza» (Eb 1,3).
6. DIO AMA (E
ODIA): L’Antico Testamento parla
continuatamene dell’amore con cui Dio ha amato
Israele, spesso raffigurata come una sposa. «Sì, io
t’amo d’un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà»
(Gr 31,3). ▪ «Com’è vero che io vivo — dice il
Signore, l’Eterno — io non mi compiaccio della morte
dell’empio, ma che l’empio si converta dalla sua via e
viva…» (Ez 33,11). ▪ «…le sue compassioni non
sono esaurite. Si rinnovano ogni mattina; grande è la
tua fedeltà» (Lm 3,22s).
Il supremo atto dell’amore di Dio si rivela nel NT
con l’Incarnazione del Figlio. Se nell’AT si legge che «l’Eterno
ama i popoli» (Dt 33,3), nel NT l’amore di Dio ha un
risvolto universale: «Dio ha tanto amato il mondo,
che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque
crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Gv
3,16).
Dove c’è un grande amore, c’è un grande odio.
E di cose, che Dio odia, ce ne sono tante. «Io,
L’Eterno, amo la giustizia, odio la rapina, frutto
d’iniquità» (Is 61,8). «Nessuno macchini in cuor
suo alcun male contro il suo prossimo, e non amate il
falso giuramento; perché tutte queste cose io le odio,
dice l’Eterno» (Zc 8,17). Dio, ad esempio, odia le
immagini di culto (Dt 16,22), «l’empio e colui che
ama la violenza» (Sal 11,5) e il ripudio senza
giusta causa (Mal 2,16). «Sei cose odia l’Eterno,
anzi sette gli sono in abominio: 17gli occhi
alteri, la lingua bugiarda, le mani che spandono sangue
innocente, 18il cuore che medita disegni
iniqui, i piedi che corrono frettolosi al male, 19il
falso testimone che proferisce menzogne, e chi semina
discordie tra fratelli» (Pr 6,16-19).
7. DIO È SANTO:
Dio è moralmente perfetto; è totalmente buono
nella sua natura. Egli non è moralmente neutro; non sta
«di là» da ciò che è il bene e il male, né «al di sopra»
della moralità. Egli è santo. «Tu hai gli occhi
troppo puri per vedere il male e non puoi guardare
l’iniquità…» (Hb 1,13). ▪ «Tu non sei un Dio che
prende piacere nell’empietà; con te non può dimorare il
male» (Sal 5,4).
La legge morale che Egli ha rivelato agli uomini è
una espressione del suo carattere. Essa è la
livella per tutto ciò che fra gli uomini si chiama
«giustizia». «Così dice l’Eterno: Il savio non si
glori della sua sapienza, il forte non si glori della
sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza. Ma
chi si gloria, si glori di questo: d’aver senno e di
conoscere me, che sono l’Eterno, che esercita la
benignità, il diritto e la giustizia sulla terra; poiché
mi compiaccio in queste cose, dice l’Eterno» (Gr
9,23s).
Nel carattere di Dio risiede il perfetto
criterio di ciò che è giusto e ingiusto, buono e
cattivo. Ciò diventa rivendicazione verso coloro che
entrano nel suo patto. «Quando Abramo ebbe
novantanove anni, l’Eterno gli apparve e gli disse: “Io
sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza, e
sii integro”» (Gn 17,1). ▪ «Santificatevi dunque
e siate santi, perché io sono santo» (Lv 11, 44). ▪
«I giudizi dell’Eterno sono verità, tutti quanti sono
giusti» (Sal 19,9). ▪ «Seguite l’Eterno, il
vostro Dio, lui temerete, osserverete i suoi
comandamenti, ubbidirete alla sua voce, lo servirete e
rimarrete stretti a lui…. estirperai il male in mezzo a
te» (Dt 13, 4s).▪ ▪ ▪
La ribellione dell’uomo contro Dio è un
affronto diretto alla sua persona, un attacco alla sua
legge. Dio non può disinteressarsi di questa ribellione
o agire come se quest’affronto non esistesse o fosse di
poca importanza. «Tu sei il Dio giusto, che provi i
cuori e le menti… Dio è un giusto giudice e un Dio che
s’adira ogni giorno contro i malfattori» (Sal
7,9.11). ▪ «Come potrei perdonarti per questo? I tuoi
figli mi hanno abbandonato e giurano per quelli che non
sono dèi. Io li ho saziati, ma essi hanno commesso
adulterio e s’affollano nelle case di prostituzione.
Sono come stalloni ben pasciuti e ardenti al mattino;
ciascuno nitrisce dietro la moglie del proprio vicino.
Non ti punirò io per queste cose? — dice l’Eterno — e
non mi vendicherò io d’una simile nazione?» (Gr
5,7ss). ▪ «Fra il popolo si trovano uomini malvagi
che spiano come uccellatori in agguato; essi tendono
lacci e catturano uomini. Come una gabbia è piena
d’uccelli, così le loro case sono piene d’inganno;
perciò diventano grandi e arricchiscono. Diventano
grassi e prosperosi, sì, oltrepassano i limiti stessi
del male. Non difendono la causa, la causa dell’orfano,
eppure prosperano; non difendono il diritto dei poveri.
Non li dovrei punire per queste cose? — dice l’Eterno. E
non mi vendicherò io d’una simile nazione?» (Gr
5,26-29).
Abbiamo visto come si possa parlare correttamente
di Dio solo in modo polare e senza polarizzare il suo
carattere in una direzione o nell’altra. Dio rivela come
il suo amore e la sua giustizia siano
intimamente uniti e parte integrante del suo carattere.
«E l’Eterno passo davanti a lui e gridò: L’Eterno,
l’Eterno Dio, misericordioso e pietoso, lento all’ira,
ricco in benignità e fedeltà, che usa misericordia a
migliaia, che perdona l’iniquità, la trasgressione e il
peccato, ma non lascia il colpevole impunito, e che
visita l’iniquità dei padri sui figli e sui figli dei
figli fino alla terza e alla quarta generazione» (Es
34,6s). ▪ «Ti ho abbandonata per un breve istante, ma
con immensa compassione ti radunerò» (Is 54,7).
8. C’E UN SOLO
DIO: Esistono altri esseri sopranaturali:
gli esseri celesti (angeli, serafini, cherubini) e
quelli demoniaci (Satana e i suoi demoni).
Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, «Esseri
celesti»,
Manuale Teologico dell’AT
(Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 157s; cfr. qui anche
«Cherubini», pp. 107ss.
Questi sono però esseri creati e subordinati a Dio. C’è
un solo Dio che controlla tutto il creato. «Ascolta,
Israele: l’Eterno, il nostro Dio, l’Eterno è uno. Tu
amerai dunque l’Eterno, il tuo Dio, con tutto il tuo
cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza»
(Dt 6,4s).
Poiché c’è un solo Dio, tutti gli uomini hanno il
dovere di conoscerlo. «Io sono l’Eterno e non c’è
alcun altro; fuori di me non c’è Dio. Ti ho cinto, anche
se non mi conoscevi, perché dall’est all’ovest si
riconosca che non c’è nessun Dio fuori di me. Io sono
l’Eterno è non c’è alcun altro… Annunziatelo e
presentate le vostre ragioni, sì, si consiglino pure
insieme. Chi ha annunciate questo fin dei tempi antichi
e l’ha predetto da lungo tempo? Non sono forse io,
l’Eterno? Non v’è altro Dio fuori di me, un Dio giusto,
un Salvatore; non c’è nessuno fuori di me. Volgetevi a
me e siate salvate, voi tutte estremità della terra.
Poiché io sono Dio e non c’è alcun altro. Ho giurato per
me stesso, dalla mia bocca è uscita una parola di
giustizia, e non sarà revocata: “Ogni ginocchio si
piegherà davanti a me e ogni lingua giurerà per me”»
(Is 45,5s.21ss).
9. TRE PERSONE MA
UN SOLO DIO: I primi cristiani erano
Giudei ortodossi che credevano fermamente da sempre
nell’assoluta unità di Dio. Essi non tralasciavano mai
di proclamarla; tuttavia essi capirono gradualmente e
professarono l’unità di Dio in un modo diverso e
cominciarono a distinguere nel solo e unico Dio, il
Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Furono essenzialmente i fatti storici con cui Dio
si manifestò, a rivelare se stesso in modo nuovo.
L’incarnazione rese necessario di qualificare Dio come
«Padre» del Messia. Quest’ultimo, essendo come Logos
(rivelatore, difensore, avvocato) eternamente «Dio
presso Dio» (Gv 1,1s), facendosi uomo per intervento del
Padre, divenne così «Figlio» nella storia: figlio
dell’Altissimo e figlio di Davide (Lc 1,32). Per la
rivelazione dello Spirito di Dio quale persona (fu così
che Gesù li rivelò come suo interprete e rivelatore; Gv
14; 16) nella storia, Gesù ingiunse ai discepoli di
aspettare fino a Pentecoste (Lc 24,49; At 1,8;
2,4.33.38), quando lo Spirito si rivelò e, per così
dire, si incarnò nella chiesa del Messia (1 Cor 3,16;
6,19; 1 Pt 2,5). Da qui in poi lo Spirito Santo fu
trattato dai credenti come una persona (At 5,3; At 16,7;
Rm 8,26).
Questa nuova interpretazione dell’unità di Dio
avvenne per la rivelazione di Gesù Messia e per le tre
seguenti cause principali. Gesù presentò se stesso come
il «Figlio» che godeva di un’intima relazione col
«Padre». Disse che questa relazione esistenziale era fin
prima della fondazione del mondo. «Ogni cosa mi è
stata data in mano dal Padre mio, e nessuno conosce il
Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se
non il Figlio e colui al quale il Figlio avrà voluto
rivelarlo» (Mt 11,27). ▪ «Ora dunque, o Padre,
glorificami presso di te della gloria che io avevo
presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17,5).
Gesù parlò dello Spirito Santo come distinto
da sé e dal Padre: «Ma il difensore [parakletos], lo
Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome,
v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho
detto» (Gv 14,26). ▪ «Ma voi riceverete potenza
quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete
testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in
Samaria e fino all’estremità della terra» (At 1,8).
▪ ▪ ▪
I primi cristiani esperimentando la presenza di Dio
nella loro vita in un modo radicalmente nuovo capirono
che questa era l’opera dello Spirito Santo. «Come
giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti
riuniti con una sola mente nello stesso luogo. E
all’improvviso venne dal cielo un suono come di vento
impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi
sedevano. E apparvero loro delle lingue come di fuoco
che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di
loro. Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e
cominciarono a parlare in alter lingue, secondo che lo
Spirito dava loro d’esprimersi» (At 2,1-4). ▪ «Ma
il frutto dello Spirito è: amore gioia, pace, pazienza,
gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo»
(Gal 5,22).
10. COME LA
BIBBIA PARLA DI DIO: La sacra Scrittura
non è un libro scritto da filosofi per i loro accoliti.
Il suo linguaggio è concreto. Il modo come parla di Dio
è legato alla storia e ai suoi atti concreti nella vita
di persone reali. L’approccio degli autori biblici non è
concettuale, ma descrittivo. Dio non si può definire, ma
solo descrivere e cioè non in modo esaustivo, ma solo
come testimonianza. Non si può parlare di Lui in modo
assoluto (nozionistico), ma solo polare (descrittivo),
essendo Dio parimenti amore e santo, misericordioso e
giusto, trascendente e immanente, rivelato e nascosto,
eccetera.
Perciò non troveremo mai nella Bibbia asserzioni
come «Dio è infinito», onnipresente, onniveggente, trino
e così via. Ma troveremo sempre delle descrizioni
concrete o illustrative; si vedano al riguardo anche le
formule d’autorità, in cui compaiono tutte e tre le
persone della Deità (Mt 28,19). Nel NT troviamo il
termine greco pantokrator, tradotto con
«onnipotente», ma anche qui il concetto è concreto (cfr.
cratere) e la lingua greca.
In ogni modo, Dio, per descrivere se stesso, usa un
linguaggio polare e descrittivo più che concettuale.
Eccone un esempio: «Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il
Signore Dio che è, che era e che viene, l’Onnipotente»
(Ap 1,8). «Alfa e omega» stava per la prima e l’ultima
lettera dell’alfabeto (e il primo e l’ultimo numero) ed
era un’espressione proverbiale per «il principio e la
fine» (Ap 21,6). La stessa descrizione l’attribuisce
a sé Gesù Messia: «Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo
e l’ultimo, il principio e la fine» (Ap 21,13).
11. RISPOSTE DEI
CREDENTI AL LORO DIO
11.1. ALCUNE REAZIONI DELLA FEDE:
Riportiamo solo alcuni esempi che provengono dal libro
dei Salmi, l’innario dei credenti dell’AT.
■ Adorazione: «Venite, adoriamo e
inchiniamoci; inginocchiamoci davanti all’Eterno che ci
ha fatti» (Sal 95,6).
■ Timore e riverenza: «Ma io, per la tua
grande benignità entrerò nella tua casa e adorerò con
gran timore, rivolto al tuo santo tempio» (Sal 5,7).
■ Ringraziamento e adorazione: «Io ti
celebrerò, o Eterno, con tutto il mio cuore, narrerò
tutte le tue meraviglie. Gioirò e mi rallegrerò in te;
canterò le lodi al tuo nome, o Altissimo» (Sal
9,1s).
■ Gioia: «Oh, quanto amabili sono le tue
dimore, o Eterno degli eserciti! L’anima mia anela e si
strugge per i cortile dell’Eterno; il mio cuore e la mia
carne mandano grida di gioia al Dio vivente» (Sal
84,1s).
■ Amore: «Ti amo, o Eterno, mia forza»
(Sal 18,1).
■ Fiducia totale: «L’Eterno è la mia
forza e il mio scudo: il mio cuore ha confidato in lui e
sono stato soccorso; perciò il mio cuore esulta, e lo
celebrerò col mio canto» (Sal 28,7).
11.2. ALCUNE ULTERIORI CONSIDERAZIONI:
Ecco alcune considerazioni sul come ciò che Dio rivela
nella Bibbia influisce sul modo come i credenti
concepiscono la verità, l’uomo e l’universo.
■ La verità: Se Dio è personale non è
impossibile che Egli possa comunicare la verità
all’uomo. Non c’è neppure alcuna ragione che impedisca a
Dio di comunicare la verità all’uomo attraverso la sua
Parola.
Visto che ci sono tre persone nell’unico Dio, vuol
dire che in Lui c’è comunicazione. Non c’è perciò nulla
di strano nel pensare che Dio voglia comunicare anche
con l’uomo che Egli ha creato a sua immagine.
Visto che ci sono «tre persone» nella Deità, allora
è possibile pensare al Figlio che s’incarna e diventa
uomo per rivelare Dio nel modo più completo (Gv 1,18; Eb
1,1s).
■ L’uomo: Visto che l’uomo è una creatura di
Dio, creato dalla libera scelta di Dio (Gn 1,26) — e non
è perciò il prodotto d’un lungo processo del caso che
avrebbe potuto generare qualche cosa di molto differente
— allora abbiamo almeno un punto su cui basarci per
intendere e difendere la dignità dell’uomo e i sui
diritti. Infatti Dio creò l’uomo a sua immagine e nelle
distinzioni di maschio e femmina (Gn 1,27s).
■ L’universo: Visto che l’universo è stato
creato ed è mantenuto costantemente in vita da Dio,
allora abbiamo un punto di partenza per capirne la sua
complessità, il suo ordine e la sua bellezza. Abbiamo,
inoltre, la possibilità di cercare nell’universo le
risposte fondamentali agli interrogativi che esso
quotidianamente ci pone.
■ Parole di saggezza: I seguenti brani
mostrano che conoscere Dio significa conoscere la sua
Parola e osservare i suoi comandamenti. Chi conosce Dio,
è desideroso di conoscere la verità, si sottomette alla
sua volontà e si allontana dal male. «Per mezzo dei
tuoi comandamenti io acquisto intelligenza; perciò odio
ogni sentiero di falsità. La tua parola è una lampada al
mio piede e una luce sul mio sentiero» (Sal
119,104s). ▪ «Come può un giovane rendere la sua via
pura? Custodendola con la tua parola» (Sal 119,9). ▪
«Beati quelli la cui via è senza macchia e che
camminano nella legge dell’Eterno. Beati quelli che
osservano i suoi precetti, che lo cercano con tutto il
cuore» (Sal 119,1s). ▪ «Insegnami, o Eterno, la
via dei tuoi statuti e io la seguirò fino alla fine»
(Sal 119,33).
► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Conoscere_Dio_EnB.htm
09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015
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