Le feste d’Israele
Dopo la liberazione dall’Egitto e la stipulazione
del patto presso il Sinai, Dio diede a Israele il sabato
settimanale e altre feste ricorrenti, chiamate anch’esse
«sabati». Il termine «sabato» viene da una radice
ebraica che significa «smettere», ossia di lavorare.
In Deuteronomio 16, Mosè compendiò tali feste e le
ripeté al popolo d’Israele. Tre volte l’anno tutti i
maschi dovevano comparire davanti a Dio: a Pasqua
(primavera), a Pentecoste (50 giorni dopo) e alla festa
dei Tabernacoli (in autunno). Connesse alle ricorrenze
autunnali c’erano la «festa delle trombe» (Lv 23,24s) e
il «giorno dell’espiazione» (Lv 16,30.33).
Lo scopo di queste feste era quello di mantenere
viva nella mente del popolo la storia della salvezza e
la comunione con Dio e di promuovere così l’unità
nazionale.
L’anno liturgico d’Israele
Il calendario ebraico, dato da Dio a Israele, era
lunare e distingueva l’anno liturgico da quello civile.
L’anno religioso iniziava a primavera, cioè con la luna
di marzo (anno solare: tra marzo e aprile). L’anno
civile iniziava in autunno, cioè con la luna di
settembre (anno solare: tra settembre e ottobre).
L’anno era diviso in dodici mesi lunari, con un
tredicesimo mese che capitava 7 volte ogni 19 anni. Il
giorno naturale era dal sorgere del sole al tramonto; la
notte dal tramonto al sorgere del sole. Il giorno
civile, da un tramonto all’altro.
Le ore venivano calcolate a partire dalle sei del
mattino e dalle diciotto di sera. La prima veglia serale
andava dalle diciotto alle ventuno, la seconda dalle
ventuno a mezzanotte, la terza da mezzanotte alle tre e
la quarta dalle tre alle sei.
Alcune feste principali d’Israele
■ Pasqua: Era connessa con la «festa degli
azzimi» e s’osservava in primavera (Lv 23,5-9). La
Pasqua si festeggiava con l’agnello e veniva consumato
fra i due crepuscoli del quattordici e del quindici del
primo mese dell’anno (ossia l’anno liturgico che
iniziava con la luna di marzo). La «festa degli azzimi»
cominciava il quindicesimo giorno di tale mese e durava
sette giorni. La prima sera della festa si mangiavano
gli azzimi, ossia pane non lievitato, insieme a erbe
amare. Tutto questo serviva per ricordare la liberazione
dall’Egitto.
Oggigiorno, noi cristiani con la Pasqua non
commemoriamo più l’uscita d’Israele dall’Egitto, ma la
morte del Signore Gesù, che ci liberò dalla schiavitù
del peccato. Infatti è scritto: «Anche la nostra
pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. 8Celebriamo
dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito
di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della
sincerità e della verità» (1 Cor 5,7s).
■ Pentecoste: Era detta anche «festa delle
settimane» o «festa della mietitura», ricorreva il
cinquantesimo giorno dopo la Pasqua e durava un giorno
(Lv 23,15-22). In tale giorno, si facevano sacrifici di
bestiame e s’offrivano il pane delle primizie e due
agnelli (vv. 19ss).
Oggigiorno, questa festa ha un significato anche
per noi cristiani. Il Signore Gesù non diede solo
un nuovo significato alla Pasqua, ma anche a Pentecoste.
Infatti, non a caso diede l’ordine ai discepoli di
aspettare fino a quel giorno. La Pentecoste da «festa
della raccolta agricola» venne a significare la «festa
della raccolta missionaria». La manifestazione storica
dello Spirito di Dio inaugurò l’assemblea messianica e,
quindi, la grande raccolta dei redenti, in conformità
col grande mandato missionario.
■ Capanne: La «festa delle capanne (o dei
tabernacoli)», chiamata anche «festa della raccolta
autunnale», si teneva il quindicesimo giorno del settimo
mese, durava sette giorni. Essa avveniva dopo che erano
stati raccolti i prodotti della terra. Durante i giorni
della festa, ossia per sette giorni, gli Israeliti
dormivano nelle capanne per ricordarsi che, dopo che il
Signore aveva liberati i loro padri dall’Egitto, li
avevano fatti abitare in tende durante la migrazione
verso la terra promessa (Lv 23,33-44).
Nel NT non troviamo un’analogia per questa festa e
quindi un significato per noi cristiani. Viene
ricordato letteralmente che Gesù Cristo, «il Logos è
stato fatta carne e ha messo la sua tenda fra di noi»
(Gv 1,14). Si parla anche del fatto che nel futuro,
quando la «nuova Gerusalemme» scenderà sulla nuova
terra, si udrà il grido una gran voce dal trono di Dio
che dirà: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini;
ed Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e
Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio...» (Ap
21,1ss). Già nel regno messianico si avrà l’ultima
grande raccolta della storia (Ap 20). Poi inizierà il
regno eterno nella nuova città di Dio sulla nuova terra.
Il significato per i cristiani è quindi futuro; allora
ricorderemo anche noi redenti il nostro pellegrinaggio
terrestre verso l’amata patria. Anche noi gemiamo nelle
nostre tende, le attuali abitazioni terrestri, bramando
la risurrezione dei corpi e la loro gloriosa
trasformazione (2 Cor 5,1-4).
In alcuni paesi di tradizione protestante (p.es.
Germania, USA, Canada), nel mese di ottobre viene
festeggiata la «festa della raccolta» o «festa del
ringraziamento». I credenti si radunano nelle chiese per
ringraziare il Signore del raccolto annuo. I credenti
portano nelle sale di riunione una parte dei loro beni
come segno di gratitudine ed essi sono poi destinati ai
poveri.
■ Trombe: La «festa delle trombe» ricorreva
il primo giorno del settimo mese liturgico e segnava
l’inizio dell’anno civile.
Per questa festa nel NT non troviamo un’analogia né
quindi un significato per noi cristiani. Il suon
di tromba inaugurerà la risurrezione dei credenti e il
«giorno del Signore», il giudizio finale che farà da
preludio al regno messianico, l’era nuova nella storia
di questo mondo (Mt 24,30s; 1 Cor 15,52; 1 Ts 4,16s; Ap
1,10; 4,10).
In molte chiese nel mondo l’anno liturgico non
segue l’anno civile, ma incomincia a settembre-ottobre.
Attenzione a non giudaizzare il cristianesimo
Le tendenze al riguardo sono due: 1) Evitare del
tutto di affrontare la questione delle feste date da Dio
a Israele e l’eventuale significato che possono avere
per i cristiani. 2) Cercare morbosamente di applicare
tutte le feste ebraiche al cristianesimo e cioè secondo
il calendario ebraico, affermando che i cristiani se non
fanno così stanno disubbidendo alla legge di Dio e sono
quindi trasgressori.
Ricordiamo che l’importante «concilio di
Gerusalemme» (At 15) non impose ai cristiani delle
nazioni l’osservanza del sabato settimanale e delle
altre feste giudaiche. Questa diversità di osservanza
fra cristiani giudei e gentili è evidenziata da Paolo
nella lettera ai Romani, evidenziando la legittimità di
ambedue i gruppi: gli uni osservando il «giorno»
(cristiani giudei), gli altri non facendolo (cristiani
gentili; Rm 14,5ss).
Nel NT hanno solo la Pasqua e Pentecoste
esplicitamente un valore spirituale, interpretato alla
luce dei fatti cristologici.
Per il resto assistiamo a una veemente opposizione
di Paolo contro la giudaizzazione dei cristiani gentili
e l’adeguamento di questi ultimi alla legge mosaica e
alle tradizioni degli Ebrei. L’apostolo vedeva nella
giudaizzazione dei costumi dei cristiani delle nazioni
addirittura un pericolo per la fede in Gesù quale
Messia.
«Ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che
siete stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di
nuovo ai deboli e poveri elementi, ai quali volete di
bel nuovo ricominciare a servire? 10Voi
osservate giorni e mesi e stagioni ed anni. […] Cristo
ci ha affrancati perché fossimo liberi; state dunque
saldi, e non vi lasciate di nuovo porre sotto il giogo
della schiavitù!» (Gal 4,9s; 5,1).
«Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o
al bere, o rispetto a feste, o a noviluni o a sabati,
17che sono l’ombra di cose che dovevano
avvenire…» (Col 2,16s).
Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’AT
(Punto°A°Croce, Roma
2002), «Feste principali dell’AT», pp. 159ss; «Feste
supplementari d’Israele», p. 161.
Cfr. Nicola Martella,
Šabbât (Punto°A°Croce,
Roma 1999), «Il sabato nell’AT», pp. 18-29; «Il
sabato nel NT», pp. 36-45; «La questione della
domenica», pp. 57-69; «Le feste principali in
Israele», pp. 168s; eccetera.
► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Feste_Israele_cristiani_Sh.htm
09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015
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