Come ottenere il discernimento biblico

Prima pagina

Gli autori

Contatti

Abbreviazioni
«La dichiarazione delle tue parole illumina, dà intelletto ai semplici» (Salmo 119,130)

Vai a fine pagina

 

 

 
Religioni
 
 
 

Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo: Ecco le parti principali: Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico - Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne - L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia - L’ideale e le funzioni teologiche risultanti - Excursus: Storia del giubileo cattolico - Le feste principali in Israele.

 
 
 

 

 
 

 

 

 
 
 
 
 

 

LE FESTE D’ISRAELE E NOI CRISTIANI

 

 di Giovambattista Mele - Nicola Martella

 

Le feste d’Israele

     Dopo la liberazione dall’Egitto e la stipulazione del patto presso il Sinai, Dio diede a Israele il sabato settimanale e altre feste ricorrenti, chiamate anch’esse «sabati». Il termine «sabato» viene da una radice ebraica che significa «smettere», ossia di lavorare.

     In Deuteronomio 16, Mosè compendiò tali feste e le ripeté al popolo d’Israele. Tre volte l’anno tutti i maschi dovevano comparire davanti a Dio: a Pasqua (primavera), a Pentecoste (50 giorni dopo) e alla festa dei Tabernacoli (in autunno). Connesse alle ricorrenze autunnali c’erano la «festa delle trombe» (Lv 23,24s) e il «giorno dell’espiazione» (Lv 16,30.33).

     Lo scopo di queste feste era quello di mantenere viva nella mente del popolo la storia della salvezza e la comunione con Dio e di promuovere così l’unità nazionale.

 

L’anno liturgico d’Israele

     Il calendario ebraico, dato da Dio a Israele, era lunare e distingueva l’anno liturgico da quello civile. L’anno religioso iniziava a primavera, cioè con la luna di marzo (anno solare: tra marzo e aprile). L’anno civile iniziava in autunno, cioè con la luna di settembre (anno solare: tra settembre e ottobre).

     L’anno era diviso in dodici mesi lunari, con un tredicesimo mese che capitava 7 volte ogni 19 anni. Il giorno naturale era dal sorgere del sole al tramonto; la notte dal tramonto al sorgere del sole. Il giorno civile, da un tramonto all’altro.

     Le ore venivano calcolate a partire dalle sei del mattino e dalle diciotto di sera. La prima veglia serale andava dalle diciotto alle ventuno, la seconda dalle ventuno a mezzanotte, la terza da mezzanotte alle tre e la quarta dalle tre alle sei.

 

Alcune feste principali d’Israele

     ■ Pasqua: Era connessa con la «festa degli azzimi» e s’osservava in primavera (Lv 23,5-9). La Pasqua si festeggiava con l’agnello e veniva consumato fra i due crepuscoli del quattordici e del quindici del primo mese dell’anno (ossia l’anno liturgico che iniziava con la luna di marzo). La «festa degli azzimi» cominciava il quindicesimo giorno di tale mese e durava sette giorni. La prima sera della festa si mangiavano gli azzimi, ossia pane non lievitato, insieme a erbe amare. Tutto questo serviva per ricordare la liberazione dall’Egitto.

     Oggigiorno, noi cristiani con la Pasqua non commemoriamo più l’uscita d’Israele dall’Egitto, ma la morte del Signore Gesù, che ci liberò dalla schiavitù del peccato. Infatti è scritto: «Anche la nostra pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. 8Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità» (1 Cor 5,7s).

 

     ■ Pentecoste: Era detta anche «festa delle settimane» o «festa della mietitura», ricorreva il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua e durava un giorno (Lv 23,15-22). In tale giorno, si facevano sacrifici di bestiame e s’offrivano il pane delle primizie e due agnelli (vv. 19ss).

     Oggigiorno, questa festa ha un significato anche per noi cristiani. Il Signore Gesù non diede solo un nuovo significato alla Pasqua, ma anche a Pentecoste. Infatti, non a caso diede l’ordine ai discepoli di aspettare fino a quel giorno. La Pentecoste da «festa della raccolta agricola» venne a significare la «festa della raccolta missionaria». La manifestazione storica dello Spirito di Dio inaugurò l’assemblea messianica e, quindi, la grande raccolta dei redenti, in conformità col grande mandato missionario.

 

     ■ Capanne: La «festa delle capanne (o dei tabernacoli)», chiamata anche «festa della raccolta autunnale», si teneva il quindicesimo giorno del settimo mese, durava sette giorni. Essa avveniva dopo che erano stati raccolti i prodotti della terra. Durante i giorni della festa, ossia per sette giorni, gli Israeliti dormivano nelle capanne per ricordarsi che, dopo che il Signore aveva liberati i loro padri dall’Egitto, li avevano fatti abitare in tende durante la migrazione verso la terra promessa (Lv 23,33-44).

     Nel NT non troviamo un’analogia per questa festa e quindi un significato per noi cristiani. Viene ricordato letteralmente che Gesù Cristo, «il Logos è stato fatta carne e ha messo la sua tenda fra di noi» (Gv 1,14). Si parla anche del fatto che nel futuro, quando la «nuova Gerusalemme» scenderà sulla nuova terra, si udrà il grido una gran voce dal trono di Dio che dirà: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini; ed Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio...» (Ap 21,1ss). Già nel regno messianico si avrà l’ultima grande raccolta della storia (Ap 20). Poi inizierà il regno eterno nella nuova città di Dio sulla nuova terra. Il significato per i cristiani è quindi futuro; allora ricorderemo anche noi redenti il nostro pellegrinaggio terrestre verso l’amata patria. Anche noi gemiamo nelle nostre tende, le attuali abitazioni terrestri, bramando la risurrezione dei corpi e la loro gloriosa trasformazione (2 Cor 5,1-4).

     In alcuni paesi di tradizione protestante (p.es. Germania, USA, Canada), nel mese di ottobre viene festeggiata la «festa della raccolta» o «festa del ringraziamento». I credenti si radunano nelle chiese per ringraziare il Signore del raccolto annuo. I credenti portano nelle sale di riunione una parte dei loro beni come segno di gratitudine ed essi sono poi destinati ai poveri.

 

     ■ Trombe: La «festa delle trombe» ricorreva il primo giorno del settimo mese liturgico e segnava l’inizio dell’anno civile.

     Per questa festa nel NT non troviamo un’analogia né quindi un significato per noi cristiani. Il suon di tromba inaugurerà la risurrezione dei credenti e il «giorno del Signore», il giudizio finale che farà da preludio al regno messianico, l’era nuova nella storia di questo mondo (Mt 24,30s; 1 Cor 15,52; 1 Ts 4,16s; Ap 1,10; 4,10).

     In molte chiese nel mondo l’anno liturgico non segue l’anno civile, ma incomincia a settembre-ottobre.

 

Attenzione a non giudaizzare il cristianesimo

     Le tendenze al riguardo sono due: 1) Evitare del tutto di affrontare la questione delle feste date da Dio a Israele e l’eventuale significato che possono avere per i cristiani. 2) Cercare morbosamente di applicare tutte le feste ebraiche al cristianesimo e cioè secondo il calendario ebraico, affermando che i cristiani se non fanno così stanno disubbidendo alla legge di Dio e sono quindi trasgressori.

     Ricordiamo che l’importante «concilio di Gerusalemme» (At 15) non impose ai cristiani delle nazioni l’osservanza del sabato settimanale e delle altre feste giudaiche. Questa diversità di osservanza fra cristiani giudei e gentili è evidenziata da Paolo nella lettera ai Romani, evidenziando la legittimità di ambedue i gruppi: gli uni osservando il «giorno» (cristiani giudei), gli altri non facendolo (cristiani gentili; Rm 14,5ss).

     Nel NT hanno solo la Pasqua e Pentecoste esplicitamente un valore spirituale, interpretato alla luce dei fatti cristologici.

     Per il resto assistiamo a una veemente opposizione di Paolo contro la giudaizzazione dei cristiani gentili e l’adeguamento di questi ultimi alla legge mosaica e alle tradizioni degli Ebrei. L’apostolo vedeva nella giudaizzazione dei costumi dei cristiani delle nazioni addirittura un pericolo per la fede in Gesù quale Messia.

     «Ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, ai quali volete di bel nuovo ricominciare a servire? 10Voi osservate giorni e mesi e stagioni ed anni. […] Cristo ci ha affrancati perché fossimo liberi; state dunque saldi, e non vi lasciate di nuovo porre sotto il giogo della schiavitù!» (Gal 4,9s; 5,1).

     «Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, o a noviluni o a sabati, 17che sono l’ombra di cose che dovevano avvenire…» (Col 2,16s).

 

Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, Manuale Teologico dell’AT (Punto°A°Croce, Roma 2002), «Feste principali dell’AT», pp. 159ss; «Feste supplementari d’Israele», p. 161.

     Cfr. Nicola Martella, Šabbât (Punto°A°Croce, Roma 1999), «Il sabato nell’AT», pp. 18-29; «Il sabato nel NT», pp. 36-45; «La questione della domenica», pp. 57-69; «Le feste principali in Israele», pp. 168s; eccetera.

 

► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Feste_Israele_cristiani_Sh.htm

09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015

 

 

«Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Timoteo 4,16)

▲ Vai a inizio pagina ▲

 

© Punto°A°Croce