Anche oggigiorno molti conoscono i
Dieci Comandamenti, che Dio diede a Mosè sul monte
Sinai. Essi furono «incisi su tavole di pietra dal
dito di Dio» e furono deposti nell’arca del patto
come costituzione della volontà di Dio.
Il contenuto dei Dieci
Comandamenti ha ispirato nel corso dei secoli tanti
popoli a porre tali principi alla base dell’ordine e del
benessere sociale. Essi sono una rivelazione della
natura di Dio. Egli disse allora agli Israeliti: «Siate
santi, perché io sono santo» (Lv 11,44s; 19,2).
Gesù condensò la Torà in due
comandamenti: «Ama il Signore Dio con tutto il tuo
cuore, con tutta l’anima tua, e con tutta la forza tua e
con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso»
(Lc 10,27).
Qui di seguito vogliamo
approfondire il secondo comandamento che recita: «Non
ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose
che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle
acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali
cose e non servire loro, perché io, l’Eterno, il Dio
tuo, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri
sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di
quelli che mi odiano e uso benignità, fino alla
millesima generazione, verso quelli che m’amano e
osservano i miei comandamenti» (Es 20,4ss).
Si noti dapprima la
responsabilità dei padri per il destino dei loro figli!
A ciò si aggiunga, come dice il
Signore, Egli è un «Dio geloso». E non lascia impunito
nessuno che si prostra dinanzi a qualsiasi immagine o
statue di legno, di gesso o di metallo, rendendogli così
il culto, ossia rivolgendogli, preghiere, venerazione e
adorazione di qualsiasi natura. L’apostolo Paolo afferma
che un tale culto viene in effetti rivolto ai demoni! (1
Cor 10,20s). Qualunque tradizione religiosa, che
contrasta con la Parola di Dio o l’abolisce (cfr. Mc
7,13), ha un’origine diabolica (cfr. Gv 8,44). Gli
idolatri impenitenti sono chiaramente destinati alla
morte eterna, allo stagno di fuoco e di zolfo, che
comunemente chiamiamo inferno (Ap 21,8).
Dio rivendica che veneriamo,
adoriamo e serviamo solo Lui. Il rispetto verso Dio è
l’elemento principale dei Dieci Comandamenti.
Gesù, insegnando ai suoi seguaci il
«Padre nostro», con la prima richiesta — «Sia
santificato il tuo nome» (Mt 6,9) — mise subito in
risalto il fatto che considerava il rispetto per Dio
l’elemento primario perché l’uomo possa avvicinarsi a
Dio.
È sorprendente notare
l’ignoranza della gente riguardo alle leggi del Signore
e come ogni giorno molte persone, conversando con altre,
bestemmino il nome di Dio o lo usino in maniera
superficiale e irriverente.
L’uso vano del nome di Dio (Es
20,7) era proibito quanto l’idolatria. Ambedue sono una
grande offesa per Dio, è lesa maestà.
È evidente che l’idolatria non
si possa accordare col grande comandamento: «Ama il
Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua
mente e con tutta la tua anima» È abominevole quando
i cristiani si prostrano davanti a idoli fatti da mano
d’uomo o li venerano. Lo stesso vale per coloro che fra
nazioni e popoli non sono ancora cristiani.
Anche oggigiorno, il Signore
ancora punisce chiunque venera, onora e rende il culto a
un idolo. Se non si ravvedono, sono destinati alla
«morte seconda», ossia all’inferno. Diversamente sono
scritti nel libro della vita tutti coloro che amano Dio
e gli danno onore e gloria, che amano suo Figlio Gesù
Cristo, accettandolo come Signore e Salvatore, e che si
pongono sotto la guida dello Spirito Santo.
Possa lo Spirito di Dio
illuminarci e guidarci affinché non cadiamo nel peccato
dell’idolatria, ma adoriamo solo Dio. A Dio solo sia la
gloria, l’onore e la potenza nei secoli dei secoli.
► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Idolatria_abominio_Mds.htm
09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015
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