«Ora in quei giorni avvenne che
un decreto uscì da parte di Cesare Augusto, che si
facesse un censimento di tutto l’impero. 2Questo
censimento fu il primo fatto, mentre Quirinio governava
la Siria. 3E tutti andavano a farsi
registrare, ciascuno alla sua città.
4Or anche
Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazareth, in
Giudea, alla città di Davide, chiamata Betlemme, perché
era della casa e famiglia di Davide, 5a farsi
registrare con Maria sua sposa, che era incinta.
6E avvenne che,
mentre erano qui, si compié per lei il tempo del parto;
7ed ella diede alla luce il suo figlio
primogenito, e lo fasciò, e lo pose a giacere in una
mangiatoia, perché non v’era posto per loro
nell’albergo.
8Or in quella
medesima contrada v’erano dei pastori che stavano nei
campi e facevano di notte la guardia al loro gregge.
9E un angelo del Signore si presentò a loro e
la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e
temettero di gran timore. 10E l’angelo disse
loro: “Non temete, perché ecco, vi reco il buon annunzio
di una grande allegrezza che tutto il popolo avrà:
11Oggi, nella città di Davide, v’è nato un
Salvatore, che è Cristo, il Signore”» (Lc 1.1-11).
Una nascita tra strapazzi
Quale più bell’annunzio poteva
dare l’angelo, se non quello della promessa di Dio di
mandare il Messia-Re promesso, ossia il Salvatore e
Signore, che Israele aspettava da secoli!
Per una donna in procinto di
partorire il suo primogenito dev’essere stato lungo e
duro affrontare un viaggio lungo circa 200 km, a piedi e
sopra una groppa d’un asino.
E quando il Messia (= l’Unto a
re) nacque, non v’era in Betlemme neanche un posto in
casa, in cui prendere quartiere, è Maria fu costretta a
partorire in una grotta e a porre suo figlio in una
mangiatoia. Per la nascita del figlio del re c’erano
giorni e giorni di festeggiamenti nel regno, ma la
nascita del Messia avvenne fuori della ribalta.
Gesù non nacque a dicembre
Oggigiorno nella cristianità
si festeggia la nascita di Gesù il 25 dicembre. Meno
male però che quando Gesù nacque non era inverno, ma la
stagione era ancora buona. Partendo dalle informazioni
della Sacra Scrittura, alcuni ritengono che i fatti
siano avvenuti verso la terza settimana di settembre,
quindi alla fine dell’estate.
Ciò è verosimile, visto che un
imperatore non avrebbe mai fatto un censimento in pieno
inverno né in piena estate, perché ciò avrebbe
significato mettere a repentaglio la vita di tanti suoi
sudditi. Infatti molta gente, per rispettare l’ordine
d’Augusto, doveva recarsi alla città paterna, come Maria
e Giuseppe, facendo perciò lunghi viaggi che potevano
durare anche tanti giorni. In primavera la gente doveva
curare i campi per raccoglierne i prodotti; fare un
censimento in tale periodo, significava per l’imperatore
correre il rischio di una cattiva raccolta dei sudditi,
di una possibile carestia e di poche tasse.
Si noti anche che Luca scrisse
che «c’erano dei pastori, che stavano nei campi, e
facevano di notte la guardia al loro gregge» (Lc
2,8). I pastori d’inverno non stanno in campagna,
specialmente di notte, ma a casa propria, mentre gli
animali stanno nelle stalle.
In Israele le stagioni sono
normali come negli altri paesi del Mediterraneo. Nella
Bibbia si parla d’estate e d’inverno per la Palestina
(Am 3,14; Zc 14,8). Gesù, parlando della fine dei tempi
e della fuga dei Giudei, annunziò la terribile
situazione in cui si troveranno particolarmente le donne
incinte e le lattanti, aggiungendo: «E pregate che la
vostra fuga non avvenga d’inverno…» (Mt 24,19s).
Sebbene Maria non dovesse fuggire, ci si immagini una
povera donna incinta in fase terminale che percorre
tanti chilometri e ciò accade col freddo d’inverno!
Il significato della nascita del
Messia
Che la cristianità non
festeggi la nascita di Gesù in settembre ma il 24-25
dicembre, ciò dipende da una tradizione che fu creata
durante il corso della storia. Ora, però, lo scopo della
venuta di Gesù su questa terra è più importante del
Natale come festa. Non bisogna aspettare fino a tale
festa annuale per pensarci, perché al riguardo ogni
giorno può essere Natale.
Gesù Cristo è venuto su questa
terra per salvarci dai nostri peccati e, quindi, dalla
giusta ira divina. Dio è venuto personalmente in Cristo
per riallacciare quel dialogo che l’uomo aveva rotto con
Lui alle origini, quando Adamo e tutti gli uomini con
lui si ribellarono al Creatore. Dio, facendosi uomo, ha
voluto ricondurre a sé gli uomini, per ridare loro in
Cristo la vita eterna che hanno perso in Adamo. Gesù ha
voluto riconciliare tutti gli uomini al Padre, senza
perderne neanche uno.
Il tuo Natale può essere oggi
Come la gloria del Signore
avvolse allora i pastori e fu recato loro «il buon
annunzio di una grande allegrezza» (Lc 2,10), così
la luce di Cristo vuole illuminare gli uomini e dare
loro quella pace che i pastori ebbero quando andarono ad
adorare il piccolo Gesù, che era posto in quella
mangiatoia.
L’apostolo Paolo scrisse però
che agli increduli, che sono «sulla via della
perdizione», «il dio di questo secolo [il
diavolo] ha accecato le menti, affinché la luce
dell’Evangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine
di Dio, non risplenda loro» (2 Cor 4,3). Egli
aggiunse però anche che i credenti hanno il dovere di
far «brillare la luce della conoscenza della gloria
di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo» (v. 6).
Oggi il Signore Gesù non
s’aspetta che gli uomini lo cerchino in quella
mangiatoia. Egli è alla destra di Dio Padre e s’aspetta
che ogni peccatore venga e deponga tutti i suoi peccati
ai suoi piedi, affinché Egli lo possa purificare con il
suo preziosissimo sangue e rigenerare.
Ogni giorno può essere Natale
perché Gesù nasca nei cuori di chi lo accetta come
Signore e Salvatore. Ogni giorno può essere Natale per
nascere di nuovo ed avere la vita eterna.
► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Natale_significato_UnV.htm
09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015
|