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«La dichiarazione delle tue parole illumina, dà intelletto ai semplici» (Salmo 119,130)

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema. Ecco le parti principali: Entriamo in tema (il problema) - Uniti nella verità - Le diversità quale risorsa - Le diversità e le divisioni - Aspetti connessi.

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 
 
 

 

 
 

 

 

 
 
 
 
 

 

IL SIGNIFICATO DEL NATALE

 

di Giovambattista Mele - Nicola Martella

 

«Ora in quei giorni avvenne che un decreto uscì da parte di Cesare Augusto, che si facesse un censimento di tutto l’impero. 2Questo censimento fu il primo fatto, mentre Quirinio governava la Siria. 3E tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città.

     4Or anche Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazareth, in Giudea, alla città di Davide, chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, 5a farsi registrare con Maria sua sposa, che era incinta.

     6E avvenne che, mentre erano qui, si compié per lei il tempo del parto; 7ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, e lo fasciò, e lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non v’era posto per loro nell’albergo.

     8Or in quella medesima contrada v’erano dei pastori che stavano nei campi e facevano di notte la guardia al loro gregge. 9E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e temettero di gran timore. 10E l’angelo disse loro: “Non temete, perché ecco, vi reco il buon annunzio di una grande allegrezza che tutto il popolo avrà: 11Oggi, nella città di Davide, v’è nato un Salvatore, che è Cristo, il Signore”» (Lc 1.1-11).

 

Una nascita tra strapazzi

     Quale più bell’annunzio poteva dare l’angelo, se non quello della promessa di Dio di mandare il Messia-Re promesso, ossia il Salvatore e Signore, che Israele aspettava da secoli!

     Per una donna in procinto di partorire il suo primogenito dev’essere stato lungo e duro affrontare un viaggio lungo circa 200 km, a piedi e sopra una groppa d’un asino.

     E quando il Messia (= l’Unto a re) nacque, non v’era in Betlemme neanche un posto in casa, in cui prendere quartiere, è Maria fu costretta a partorire in una grotta e a porre suo figlio in una mangiatoia. Per la nascita del figlio del re c’erano giorni e giorni di festeggiamenti nel regno, ma la nascita del Messia avvenne fuori della ribalta.

 

Gesù non nacque a dicembre

     Oggigiorno nella cristianità si festeggia la nascita di Gesù il 25 dicembre. Meno male però che quando Gesù nacque non era inverno, ma la stagione era ancora buona. Partendo dalle informazioni della Sacra Scrittura, alcuni ritengono che i fatti siano avvenuti verso la terza settimana di settembre, quindi alla fine dell’estate.

     Ciò è verosimile, visto che un imperatore non avrebbe mai fatto un censimento in pieno inverno né in piena estate, perché ciò avrebbe significato mettere a repentaglio la vita di tanti suoi sudditi. Infatti molta gente, per rispettare l’ordine d’Augusto, doveva recarsi alla città paterna, come Maria e Giuseppe, facendo perciò lunghi viaggi che potevano durare anche tanti giorni. In primavera la gente doveva curare i campi per raccoglierne i prodotti; fare un censimento in tale periodo, significava per l’imperatore correre il rischio di una cattiva raccolta dei sudditi, di una possibile carestia e di poche tasse.

     Si noti anche che Luca scrisse che «c’erano dei pastori, che stavano nei campi, e facevano di notte la guardia al loro gregge» (Lc 2,8). I pastori d’inverno non stanno in campagna, specialmente di notte, ma a casa propria, mentre gli animali stanno nelle stalle.

     In Israele le stagioni sono normali come negli altri paesi del Mediterraneo. Nella Bibbia si parla d’estate e d’inverno per la Palestina (Am 3,14; Zc 14,8). Gesù, parlando della fine dei tempi e della fuga dei Giudei, annunziò la terribile situazione in cui si troveranno particolarmente le donne incinte e le lattanti, aggiungendo: «E pregate che la vostra fuga non avvenga d’inverno…» (Mt 24,19s). Sebbene Maria non dovesse fuggire, ci si immagini una povera donna incinta in fase terminale che percorre tanti chilometri e ciò accade col freddo d’inverno!

 

Il significato della nascita del Messia

     Che la cristianità non festeggi la nascita di Gesù in settembre ma il 24-25 dicembre, ciò dipende da una tradizione che fu creata durante il corso della storia. Ora, però, lo scopo della venuta di Gesù su questa terra è più importante del Natale come festa. Non bisogna aspettare fino a tale festa annuale per pensarci, perché al riguardo ogni giorno può essere Natale.

     Gesù Cristo è venuto su questa terra per salvarci dai nostri peccati e, quindi, dalla giusta ira divina. Dio è venuto personalmente in Cristo per riallacciare quel dialogo che l’uomo aveva rotto con Lui alle origini, quando Adamo e tutti gli uomini con lui si ribellarono al Creatore. Dio, facendosi uomo, ha voluto ricondurre a sé gli uomini, per ridare loro in Cristo la vita eterna che hanno perso in Adamo. Gesù ha voluto riconciliare tutti gli uomini al Padre, senza perderne neanche uno.

 

Il tuo Natale può essere oggi

     Come la gloria del Signore avvolse allora i pastori e fu recato loro «il buon annunzio di una grande allegrezza» (Lc 2,10), così la luce di Cristo vuole illuminare gli uomini e dare loro quella pace che i pastori ebbero quando andarono ad adorare il piccolo Gesù, che era posto in quella mangiatoia.

     L’apostolo Paolo scrisse però che agli increduli, che sono «sulla via della perdizione», «il dio di questo secolo [il diavolo] ha accecato le menti, affinché la luce dell’Evangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio, non risplenda loro» (2 Cor 4,3). Egli aggiunse però anche che i credenti hanno il dovere di far «brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo» (v. 6).

     Oggi il Signore Gesù non s’aspetta che gli uomini lo cerchino in quella mangiatoia. Egli è alla destra di Dio Padre e s’aspetta che ogni peccatore venga e deponga tutti i suoi peccati ai suoi piedi, affinché Egli lo possa purificare con il suo preziosissimo sangue e rigenerare.

     Ogni giorno può essere Natale perché Gesù nasca nei cuori di chi lo accetta come Signore e Salvatore. Ogni giorno può essere Natale per nascere di nuovo ed avere la vita eterna.

 

► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Natale_significato_UnV.htm

09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015

 

 

«Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Timoteo 4,16)

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