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LA PAURA

 

 di Giovambattista Mele - Nicola Martella

 

L’ansia e le sue conseguenze

     Che cos’è la paura? È un grave turbamento d’animo dinanzi a qualcosa che può rappresenta un pericolo o può recare danno. Sinonimi di paura sono, perciò ansia, timore, apprensione, inquietudine, panico, spavento, terrore.

     Sono tutte malattie moderne, sebbene siano antiche quanto l’uomo. Infatti fu Adamo il primo che disse a Dio: «Ho avuto paura e mi sono nascosto» (Gn 3,10). Da allora in poi la paura ha attraversato i secoli ed è diventata la compagna indesiderata dell’uomo.

     È un dato di fatto che abbiamo spesso paura. Anche gli uomini coraggiosi e audaci hanno dei momenti di smarrimento e di paura, sebbene poi se ne vergognino.

     Di questi tempi la paura è diventata una malattia. Si temono molte cose, ad esempio: le infermità, le guerre, le improvvise fatalità, la morte, ma anche le infinite complicazioni della vita. Ansia e paura sono l’assillo quotidiano della maggior parte degli abitanti del mondo.

     L’attitudine mentale ad avere ansietà e paure si è rapidamente diffusa come conseguenza delle terribili armi create dall’uomo. A ciò si aggiungano le epidemie vecchie e nuove, che investono l’umanità, e le catastrofi naturali sempre più devastanti a causa dei cambiamenti climatici. Chi soffre di ansia di giorno e chi di insonnia di notte, o di ambedue. Alcuni di giorno sentono relativamente tranquilli, ma di notte sono turbati da strani presentimenti e da incubi che li rendono nervosi e agitati. Non è un caso che oggigiorno turbe mentali e malattie psichiche siano così aumentate rispetto al passato; di conseguenza sono in aumento anche i suicidi.

 

Tutti hanno paura

     Coloro che temono malattie, stanno in continuo contatto con i medici e specialisti, e provano tutte le medicine che vengono suggerite loro dai mass-media.

     I commercianti sono sempre tormentati dalla paura delle perdite, dei furti, delle calamità che possano distruggere negozi e magazzini, dei fallimenti e della concorrenza.

     I politici si preoccupano d’essere benvoluti ai loro elettori e adeguano continuatamene le loro idee e opinioni agli umori della gente, nella speranza di essere rieletti durante. Perciò guardano con apprensione a quei terribili giorni delle votazioni.

     Attori e cantanti hanno paura d’essere fischiati. I ricchi temono di perdere denaro e proprietà. L’incubo dei potenti è di perdere potere e privilegi. I re hanno paura di perdere il trono. I dominatori di coscienze temono di perdere i loro seguaci. I genitori sono in ansia per i loro figli. I figli trepidano per i loro genitori.

     Sono milioni quelli che hanno paura di morire e tremano al solo pensarci. Se gli uni temono le armi nucleari o le emissioni radioattive di qualche centrale nucleare, altri temono varie epidemie o catastrofi naturali.

     Ci sono coloro che irridono alla paura, come se ne fossero al di sopra. Altri per esorcizzarla si danno ad attività o a sport estremi, fatti per pochi eletti.

     In un racconto di guerra, accaduto nel porto d’Amburgo, si narrava di alcuni prigionieri francesi che erano costretti dai tedeschi a riparare i danni arrecati dai bombardamenti, cosa che succedeva giorno e notte. Erano continuamente in pericolo di vita. Uno dei prigionieri disse: «Preghiamo che Dio ci liberi dalla morte». Ma uno dei suoi compagni gli s’avvicinò e gli disse: «Chi parla di Dio? Non abbiamo bisogno di Dio qui». Poi, apertasi la camicia, gridò: «Guarda qui». Sul petto, in prossimità de al cuore, si era fatto tatuare una sola parola: «NULLA». Poi disse: «Io non temo né Dio né la morte».

     Ora, mentre lavorava, questo giovane audace cadde nell’acqua. I suoi compagni lo videro dibattersi gridando, perché non sapeva nuotare. Allora quel suo compagno che l’aveva invitato a pregare, si butto nell’acqua e con grandi sforzi riuscì a trarlo in salvo. Poi gli disse: «Hai visto se hai paura della morte?». «Si», rispose rabbiosamente, «ma tu che cosa hai sul tuo cuore?». «Gesù Cristo», rispose l’altro con semplicità.

 

Gesù ci libera dalla paura

     Solo Dio ci può liberare dalla paura. «L’Eterno è la mia luce e la mia salvezza; di chi temerò? L’Eterno è il baluardo della mia vita; di chi avrò paura?» (Sal 27,1), diceva il re Davide. «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31), chiedeva l’apostolo Paolo.

     Il Signore Gesù Cristo è entrato lui stesso nella paura, vivendo ansia e apprensione, ma ne uscì vincitore. È scritto che Gesù «nei giorni della sua carne» aveva «con gran grida e con lagrime offerto preghiere e suppliche a Colui che lo poteva salvare dalla morte» e aveva «ottenuto d’esser liberato dal timore» (Eb 5,7). Dio non lo liberò dalla morte, ma dalla paura di morte. Perciò a Pentecoste Pietro disse di lui ai Giudei: «Dio lo risuscitò, avendo sciolto gli angosciosi legami della morte» (At 2,24).

     Le più grandi paure sono quelle della morte, del giudizio e dell’eternità. Ma anche queste paure svaniscono quando entra Gesù nella vita di chi crede in Lui. Infatti la paura proviene dal peccato e dal demonio. Il diavolo cerca di allontanare l’uomo da Dio e di tenerlo a distanza da Lui. La pace interiore formano l’equilibrio spirituale dell’uomo; il demonio cerca di togliergli questo equilibrio insinuando nella sua mente pensieri di scoraggiamento, depressione, disperazione e terrore, e nascondendogli la via della guarigione da tutto ciò. Gesù Cristo con la sua morte, che appariva agli occhi esterni come una sconfitta, in effetti distrusse «colui che aveva l’impero della morte, cioè il diavolo» e liberò «tutti quelli che, per il timor della morte, erano per tutta la vita soggetti a schiavitù» (Eb 2,14s).

     Per questi motivi, Gesù Cristo può liberare dalla paura ognuno che s’affida a Lui. Per i credenti come risuonano consolanti le parole del Messia: «Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi animo, io ho vinto il mondo» (Gv 16,33). E ancora: «Io vi lascio la pace, vi do la mia pace… Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti» (Gv 14,27).

     Ognuno che accetta Gesù come Messia, ossia come Signore e Salvatore, può prepararsi agli attacchi di Satana e può uscirne vincitore. Giacomo diede ai credenti questo prezioso consiglio: «Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. 8Appressatevi a Dio, ed Egli si appresserà a voi» (Gcm 4,7s). Chi si affida a Gesù e mette in pratica questa ingiunzione della sacra Scrittura, potrà rimanere tranquillo e senza turbamento anche nelle avversità e potrà continuare a vivere e sperare nel Dio della sua salvezza.

     Allora potrà anche dire col re Davide al Signore: «Nel giorno che ho gridato a te, tu mi hai risposto, mi hai riempito di coraggio, dando forza all’anima mia» (Sal 138,3). In alto i cuori! Chiunque crede, può vivere in continua comunione con Dio, bevendo alla fonte delle sue grazie. Allora il credente può godere pace perfetta in comunione con Dio.

 

Avere fede

     La paura è il prodotto della mancanza di fede in Dio. Quando la barca affondava e i discepoli avevano paura, Gesù disse loro: «Perché avete paura, o gente di poca fede?» (Mt 8,26). Dalle parole di Gesù risulta che si è «gente di poca fede» dinanzi ai seguenti problemi esistenziali: che cosa mangiare (Mt 16,8), di che vestirsi (Mt 6,30), come scampare ai pericoli (Mt 8,26), come vincere il dubbio in una situazione concreta (Mt 14,31) e come sconfiggere il maligno o superare una situazione più grande di noi (Mt 17,19).

     Se non c’è fede in Dio, come può esservi vittoria? Quando si smette di confidare in Dio, si fa strada la superstizione, una «fede in negativo» dettata dalla paura. Allora di crede al malocchio e alle magie, e si fa uso di amuleti di vario genere e si ricorre a maghi e fattucchiere. In tal modo, però, la paura continuerà ad annidarsi nel cuore degli uomini, continuerà a turbare i loro sogni e porterà la disperazione nelle famiglie e nella società.

     Gesù disse invece ai suoi discepoli: «Fatevi coraggio, io ho vinto il mondo». Il coraggio può venirvi solo chi ha vinto, ossia da Gesù. Solo Gesù può mettere pace nei cuori degli uomini, dando loro salvezza e riconciliazione con Dio. Infatti egli è morto sulla croce per liberare l’umanità dal dominio di Satana e del peccato e per dare a coloro che l’accettano la vita eterna.

     I timori degli esseri umani possono essere vinti, le loro preoccupazioni placate, le loro piaghe sanate, le loro lacrime asciugate, quando essi affidano l’intera loro vita vostra a Gesù Cristo.

     Chi vuol fare pace con Dio, non deve fare altro che accettare Gesù, pentirsi dei suoi peccati e credere che la morte di Gesù è stata sufficiente per dargli la liberazione. Allora l’amore di Dio inonderà il suo cuore ed egli sarà liberato dalla paura. Infatti, come disse l’Apostolo Giovanni: «Nell’amore non c’è paura; anzi l’amore perfetto caccia via la paura; perché la paura implica apprensione di castigo: chi ha paura non è perfetto nell’amore» (1 Gv 4,18).

     Quando ci si sente amati da Dio, si può attingere da Lui il coraggio, di cui si necessita!

 

► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Paura_EnB.htm

09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015

 

 

«Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Timoteo 4,16)

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