Come ottenere il discernimento biblico

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«La dichiarazione delle tue parole illumina, dà intelletto ai semplici» (Salmo 119,130)

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Dopo un'introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT. Ecco le parti principali dell'introduzione alla teologia dell’AT: - Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT - Le posizioni teologiche più ricorrenti - I patti e gli altri approcci - Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT. Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 
 
 

 

 
 

 

 

 
 
 
 
 

 

LA PEDAGOGIA DEL SIGNORE NELLA STORIA

 

 di Giovambattista Mele - Nicola Martella

 

Dio trattò l’umanità, al suo inizio, come fa un pedagogo verso un bambino che comincia ad andare a scuola.

     Un buon maestro s’adatta alla mentalità e allo sviluppo del piccolo allievo. Sebbene gli insegni delle cose giuste, lo fa in modo semplice e usando frequentemente illustrazioni. Poi, col tempo, passa al calcolo mentale e alle cose più difficili finché arriva da solo a precisare e a completare le prime nozioni d’aritmetica.

     Nel corso della storia Dio fece allo stesso modo: insegnò agli uomini la verità, ma lo fece in modo adatto alle loro circostanze di vita e alla loro comprensione.

     Taluni dicono che l’uomo discenda dalla scimmia, sarebbe lentamente uscito dalle caverne, e avrebbe incominciato da solo a raddrizzarsi, a prendere la forma umana, a parlare e ragionare. Se questo fosse stato vero, questo processo dovrebbe accadere ancora oggigiorno, tutte le specie dovrebbero evolversi e le scimmie dovrebbero continuare a trasformarsi in umanoidi. La Scrittura ci insegna però che Dio creò l’uomo a sua immagine, cioè secondo la sua specie (Gn 1,26ss).

     Dicevamo che il Signore durante la storia ha istruito gli uomini come fa un buon pedagogo con i bambini a scuola. Leggendo il libro della Genesi, prendiamo atto che Dio, dopo aver creato l’uomo, lo abilitò a dare un nome agli animali (Gn 2,19s) e Adamo diede anche il nome alla sua compagna (Gn 3,20).

     Dio comandò all’uomo di non mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male: «Nel giorno che tu ne mangerai, per certo morirai» (Gn 2,16s).

     Nonostante gli avvertimenti, l’uomo commise il peccato di disubbidienza, volendo essere libero di conoscere il bene e il male, al pari di Dio. Ciò fu fatale per l’uomo: dopo questo suo indebito innalzamento, avvenne la sua caduta.

     Dopo la sua disubbidienza, l’uomo non morì certamente sul colpo ma, essendo stato cacciato dalla presenza dell’albero della vita, cominciò inesorabilmente la corruzione, ossia l’invecchiamento che lo avrebbe condotto alla morte.

     In seguito alla disubbidienza dell’uomo, per decreto divino si stabilì questo quadro: 1) L’uomo sarebbe morto corporalmente: proveniva dalla terra e alla terra sarebbe tornato (Gn 3,19b); 2) Solo lavorando con sudore avrebbe potuto sopravvivere (Gn 3,18s); 3) la donna avrebbe partorito con dolore (Gn 3,16).

     L’uomo, una volta allontanato dal Paradiso e dalla diretta presenza di Dio, ricevette il modo di avere ancora la comunione col suo Creatore. Dio gli rivelò il principio dell’espiazione e del culto a Dio (Gn 3,21; 4,3ss). Alcuni come Abele si attennero alla rivelazione di Dio, altri come Caino agirono di proprio arbitrio e sprofondarono nel peccato. Questi ultimi, andando raminghi per il mondo, cercarono di farsi un’idea di Dio, come andando a tastoni nell’oscurità; infine, i vari gruppi si fecero Dio alla loro propria immagine o all’immagine di animali, producendo così le varie religioni e ideologie religiose.

     La Bibbia ci parla della nascita e dello sviluppo di tutto ciò e della condanna di tutte queste cose da parte di Dio. Dio continuò a parlare a coloro che vollero ascoltarlo, ad esempio a Enoch (Gn 5,24), a Noè (6,9ss), ad Abramo (12,1ss) e così via, rivelando loro la verità. Dio, pur essendo inaccessibile e sovrano rispetto agli uomini, si rivelò loro per parlargli, istruirli e salvarli. Fece nei loro riguardi come fa un buon pedagogo.

     Ancora oggigiorno Dio, quale insegnante supremo, è disposto a parlare a coloro che lo cercano. Egli ha parlato anticamente mediante i profeti e infine lo ha fatto mediante suo Figlio (Eb 1,1). Mediante la sua Parola di verità invita tutti ad avvicinarsi a Gesù Cristo, che ha dichiarato vero maestro e conduttore degli uomini.

     In Cristo la pedagogia di Dio verso l’umanità è arrivata al suo culmine. Chi cammina dietro di lui, trova la verità che libera e, quindi, pace. Avendo Gesù Cristo rivelato la conoscenza ricevuta da suo Padre, non v’è nessun maestro superiore a lui nella storia. Il suo insegnamento c’è stato tramandato nella sua Parola, la Bibbia.

     Solo seguendo Cristo, possiamo conoscere la verità che libera e possiamo credere e vivere in modo conforme alla volontà di Dio. «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; 32e conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi» (Gv 8,31s).

 

Per l’approfondimento dei primi capitoli della Genesi cfr. Nicola Martella, Le origini 1-2 [Temi delle origini + Esegesi delle origini] (Punto°A°Croce, Roma 2006). ● Cfr. anche Nicola Martella, «Storia della salvezza», Manuale teologico dell’AT (Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 344s.

 

► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Pedagogia_storia_MT_AT.htm

09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015

 

 

«Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Timoteo 4,16)

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