Come ottenere il discernimento biblico

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«La dichiarazione delle tue parole illumina, dà intelletto ai semplici» (Salmo 119,130)

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L’occultismo viene presentato quale problema sociale, razionale e biblico. Alcuni dei temi principali sono i seguenti: La superstizione - La divinazione - L'astrologia - Medianismo e fenomeni extrasensoriali - Lo spiritismo - La magia - La massoneria - La neostregoneria - Il satanismo - Il paranormale - La religione - I fenomeni estatici e la falsa profezia - L'esoterismo - La dottrina occulta - I fenomeni occulti nella prospettiva biblica.

 
 
 

 

 
 

 

 

 
 
 
 
 

 

PREGARE I MORTI

 

 di Giovambattista Mele - Nicola Martella

 

Durante la nostra fanciullezza, ognuno di noi frequentava magari la parrocchia del nostro paese e faceva anche la veglia per i morti. Ammettiamo che avevamo paura dei morti. Tale paura c’era stata indotta da persone anziane, oltre che dalle nostre madri e zie, certo tutte persone stimate e religiose e in buona fede.

     Specialmente le donne facevano la veglia ai morti, com’era in uso nei paesi. Noi figli, essendo ognuno attaccato alle vesti di sua madre, facevamo la stessa cosa. Per alcuni di noi tale usanza rimase a lungo, anche da adulti.

     La paura dei morti, sognare cimiteri, credere che i morti a novembre vanno in giro, pensare che potrebbero avercela proprio con noi e vendicarsi per qualcosa che abbiamo fatto loro in vita — tutto ciò creava un’atmosfera lugubre e paralizzava la vitalità.

     Eppure quella paura pian piano è andata a scomparire, pur rimanendo ancora alcuni «sintomi» per un certo tempo. Tutto cominciò con l’incontro col la Parola del Signore. La sua lettura portò via ogni paura dei morti e lentamente fece scomparire tutti i «sintomi» rimasti, dovuti a una falsa religiosità popolare.

     Ecco alcuni fatti nella vita di Giovambattista al riguardo. Dopo che morì sua madre nel 1981, non passava settimana che non la sognava. Era diventata un’ossessione per lui. Eppure aveva fatto il suo dovere di figlio e tutto ciò che la religione prescriveva: un bel funerale in Italia, la messa annuale, il proprio dovere con buone opere e preghiere.

     Poi, un giorno, conobbe la Parola di Dio e, leggendola e studiandola, il Signore gli parlò. Venne così a conoscenza che praticare il culto dei morti significa commette peccato; visto che i defunti non possono ascoltare ciò che fanno i vivi, si pratica così in effetti idolatria e spiritismo.

     Secondo la sacra Scrittura bisogna adorare solo Dio in spirito e verità. Il Signore condanna qualsiasi tipo di idolatria e qualsiasi specie di culto offerto a uomini e a spiriti. I morti sono attualmente nell’aldilà e aspettano la risurrezione a vita eterna (per quelli che hanno accettato Gesù come Salvatore e Signore) o per la condanna eterna (per chi lo ha rifiutato).

 

Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale (Punto°A°Croce, Roma 2007), «Il mondo dei morti», pp. 190ss; «Lo stato personale dopo la morte», pp. 193-196.

 

La Bibbia afferma che i morti «dormono», ossia sono coscienti ma non attivi. Gli spiriti dei morti non possono lasciare il luogo in cui vanno dopo la morte e quindi non possono andare in giro, come afferma la religiosità popolare.

     In tutta la Bibbia non c’è alcuno che abbia mai pregato per i morti. Tanto meno possono farlo loro per i viventi. Quando uno muore, la sua carne ritorna alla terra e il suo spirito va in Paradiso (se ha creduto in Cristo) o nell’Ades in attesa del giudizio (se ha rifiutato la grazia di Dio). Nessun defunto ha ora la facoltà di lasciare l’altro mondo e d’andare in giro per la terra.

     La rivelazione del Signore relativa a un certo ricco e a Lazzaro lo ha mostrato chiaramente (Luca 16,19-31). Abramo dal Paradiso disse all’uomo nel tormento dell’Ades: «E oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una gran voragine, perché quelli che vorrebbero passere di qui a voi non possono, né di là si passa da noi» (v. 26). L’uomo che fu empio in vita, rendendosi conto di essere perduto per sempre, pensò di fare qualcosa almeno per i suoi fratelli e chiese ad Abramo di mandare loro Lazzaro: «Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre. Infatti ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, affinché non abbiano anch’essi a venire in questo luogo di tormento» (vv. 27s). Abramo non contemplò la possibilità che un morto potesse tornare sulla terra per avvertire i vivi di qualcosa, perciò gli disse: «Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli» (v. 29), riferendosi così alla Parola di Dio. L’uomo perduto insistette: «No, padre Abramo; ma se un va a loro dai morti, si ravvedranno» (v. 31). Il patriarca d’Israele rispose in modo lapidare e indiscutibile: «Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse» (v. 31). Come si vede, un morto può tornare solo risuscitando, ma questo evento accadrà solo alla fine dei tempi, non oggi. Quindi i morti oggi non hanno alcuna possibilità di manifestarsi agli uomini sulla terra, né di ascoltare questi ultimi.

     Allora, se non i morti sono tagliati fuori dal mondo dei vivi, e viceversa, di chi sono i volti che appaiono nei sogni e le presenze che si crede di sentire? Nel caso minore si tratta di un prodotto dell’immaginazione della mente. Nel caso peggiore si tratta di un’influenza demoniaca.

     Infatti il diavolo, servendosi dell’immaginazione, inculca nella mente dell’uomo che sia veramente un morto a parlargli. Una volta che una persona viene accalappiata da questa credenza, cade nel culto dei morti e nell’idolatria connessa. Uno si commuove, vedendo il volto di sua madre, di suo padre o di un parente stretto. In questi casi, può succedere che uno si mette a parlare al congiunto, di cui crede di aver sentito la presenza, si reca alla tomba a pregare, accende una candela in chiesa in suo onore o un lume sulla tomba, si va a commissionare una messa di suffragio. In alcune zone si fa un pranzo per l’anima del defunto o altri riti. In tal modo, inizia il culto per i morti, si alimenta a ogni nuovo sogno o col racconto di altri e si cade sempre più nell’idolatria e in pratiche affini allo spiritismo.

     Chi legge e studia la Parola del Signore, capisce che queste cose sono in abominio a Dio. In tal modo, Satana distoglie gli uomini da Dio e li tiene imprigionati nelle menzogne e in pratiche contrarie alla Parola del Signore. L’inganno sta nel fatto che coloro che praticano queste cose, non s’accorgono dell’inganno e pensano che tutto sia normale e gradito a Dio. Così sprofondano sempre più nell’ignoranza e nelle tenebre e s’allontanano dalla conoscenza della verità. Solo quando qualcuno permette a Gesù Cristo di salvarlo, viene liberato da queste false credenze della religiosità popolare.

     Da piccoli si seguono le usanze materne. Quando eravamo bambini e moriva qualcuno — un parente, un vicino di casa o un conoscente — si andava a fare la veglia per il morto, pensando così di fare qualcosa di buono per l’anima sua nell’aldilà. La paura che veniva inculcata dalla credenza popolare è anche che, se non si faceva così. Lo spirito del morto poteva rimanere sulla terra e vendicarsi di chi gli aveva fatto del male. Così i bambini vivevano in questo terrore, credendo a ciò che la madre e gli altri dicevano loro. È chiaro che non si preferiva passare nei pressi del cimitero, di qualche posto in cui qualcuno era morto incidentato o davanti alla casa in cui era morto qualcuno! Si temeva la presenza degli spiriti dei defunti.

     Anche quando uno si converte al Signore, rimane per un certo tempo in tali credenze e pensa ancora di dover continuare a fare il suo «dovere» verso i propri defunti. Lo si fa ingenuamente, seguendo l’insegnamento ricevuto, non chiedendosi ancora che cosa voglia dire tale credenza e se essa è compatibile con la Parola di Dio.

     Allora può succedere che il caro defunto appaia nel sogno. A volte chiede anche cose che sono contrarie alla Parola di Dio. Che pensare al riguardo? Di chi si tratta veramente?

     Anche a Giovambattista veniva sempre la madre in sogno. Una sera, dopo essersela sognata per l’ennesima volta, si svegliò di soprassalto. Dopo essersi ripreso dall’impressione del sogno, disse ad alta voce: «Tu non sei mia madre, bensì il demonio. Allontanati da me e lasciami stare perché non ti credo più e non ti rivolgerò più preghiere. Mia madre è morta e chiunque tu sia che ne prendi il volto, vattene e non presentarti a me, perché io sono un figlio di Dio». Da quella sera in poi, Giovambattista non vide mai più il volto di sua madre in sogno.

     Già nella Legge mosaica Dio ingiunse a Israele: «Non vi rivolgete agli spiriti dei morti né ai medium; non li dovete interpellare e non vi dovete contaminare per mezzo di loro...» (Lv 19,31; cfr. Dt 18,11s). E ancora: «E se qualche persona si volge agli spiriti di morti e ai medium per prostituirsi dietro a loro, io volgerò la mia faccia contro quella persona, e la sterminerò da fra il suo popolo» (Lv 20,6).

     Sette secoli prima di Cristo, i Giudei infedeli a Dio pregavano però i morti e li consultavano per trarne dei responsi in sogno o consultando dei medium. Isaia insegnò a quel tempo: «Quando vi dicono: “Interpellate gli spiriti di morti e i medium, che sussurrano e bisbigliano” — allora dite: “Un popolo non deve Interpellare il suo Dio? Si rivolgerà ai morti per i vivi?” 20Orsù, all’insegnamento [biblico] e alla testimonianza [= Decalogo]! Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui alcuna aurora!» (Is 8,19s).

     Tempo dopo, Manasse, il re di Giuda, commise queste cose: «Fece passare per il fuoco il suo figlio [= sacrificio umano], si dette alla magia e agli incantesimi, e ebbe a che fare con coloro che evocavano spiriti di morti e con medium; s’abbandono interamente a fare ciò che è male agli occhi dell’Eterno, provocandolo a ira» (2 Re 21,6).

 

Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992), «Lo spiritismo», pp. 155-170; «Spiritismo e Bibbia», pp. 347-353.

 

Tiriamo alcune conclusioni. Chi parla con i morti, rivolge loro preghiere o fa riti religiosi in loro favore — messe di suffragio, voti, accendere candele, offrire cose da mangiare o bere in loro memoria (come s’usa fare in tanti paesi), eccetera — pratica il culto dei morti, una pratica di venerazione che sta tra l’idolatria e lo spiritismo.

     Vogliamo essere chiari, senza offendere né vivi né morti, è un’innumerevole quantità di persone che fa queste cose, ma non sa che è sbagliato. Sebbene la colpa sia di chi l’istruisce in tali pratiche religiose, il peccato d’ignoranza si purtroppo paga, avendo ciò delle pesanti conseguenze.

     Certo la colpa è di coloro che insegnano tali cose, servendosi della devozione popolare, di tradizioni medioevali, di visioni di mistici, di immaginazioni personali di certe persone ritenute meritevoli e di libri non ispirati da Dio e che non appartengono alla sacra Scrittura. Tali libri, chiamati apocrifi, ossia «nascosti», erano libri giudaici, scritti in greco, che non facevano parte della Bibbia ebraica e che gli Ebrei non hanno mai riconosciuto come canonici (Tobia, Giuditta, Sapienza, Siracide, Baruc, 1-2 Maccabei).

     Sebbene questi libri non insegnano esplicitamente il culto dei morti, i religiosi cristiani durante i secoli hanno tratto da essi la giustificazione per tante pratiche insite nella devozione popolare o ingiunte dal magistero ecclesiastico, ad esempio: preghiere per i defunti, culto dei morti, indulgenze e persino delle indicazioni per il cosiddetto «purgatorio» (cfr. 2 Maccabei 12).

     Le guide religiose hanno capito che nascita, matrimonio e morte sono tre momenti particolari in cui possono esercitare un potere sulle persone. Per questo hanno tratto per tali momenti dei sacramenti, ossia dei «misteri religiosi» che arrogano a sé nella gestione. Le dottrine corrispondenti e le pratiche derivanti servono perciò per riportare la gente nelle chiese e alle loro dipendenze e per rimpinguare le casse ecclesiastiche.

     Per uscire da questo vortice di devozione contraria al pensiero biblico, è necessario che il Signore illumini cuori e menti con il suo Santo Spirito e li istruisca secondo la verità rivelata. Solo la conoscenza sempre più profonda della Parola di Dio terrà i credenti lontano da tali dottrine idolatriche.

     «…il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno ha offerto se stesso puro d’ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire al Dio vivente» (Eb 9,14).

 

► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Pregare_morti_Oc.htm

09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015

 

 

«Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Timoteo 4,16)

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