Come ottenere il discernimento biblico

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«La dichiarazione delle tue parole illumina, dà intelletto ai semplici» (Salmo 119,130)

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Dottrina
 
 
 

L’opera si presenta in due volumi ed è organizzata come segue:

1° volume (Temi delle origini): Gli articoli introduttivi e i temi di approfondimento

2° volume (Esegesi delle origini): Il commento particolareg­giato basato sul testo ebraico (comprende anche una traduzione letterale posta alla fine)

  Se si eccettua la prima parte del primo volume, che introduce a Genesi 1,1-5,1a, per il resto ambedue i volumi dell’opera sono suddivisi rispettivamente secondo le seguenti parti:

■ La creazione del mondo e dell’uomo 1,1-2,4a

■ L’essere umano nella creazione 2,4b-25

■ La caduta primordiale e il suo effetto 3

■ La fine del resoconto su Adamo 4,1-5,1a.

 
 

 

 
 

 

 

 
 
 
 
 

 

IL SERVO DELL’ETERNO E L’OPERA SUA

 

 di Giovambattista Mele - Nicola Martella

 

Di questo speciale «Servo dell’Eterno» si parla in Isaia 52,13-53,12 ben sette secoli prima di Cristo. Tale Servo di Dio è Gesù.

     Specialmente nel periodo di Pasqua il mondo cristiano si riporta alla mente i fatti della morte e della risurrezione di Gesù. Se la crocifissione apparve per tutti i contemporanei come la sconfitta del «Servo dell’Eterno», la risurrezione portò nuova vita e nuovo significato per i seguaci di Gesù.

     È chiaro che solo coloro che hanno contemplato la morte del Messia Gesù, si sono avvicinati per fede ai piedi della croce, hanno deposto lì i loro peccati e ne hanno ottenuto perdono e purificazione mediante il suo sangue, accettando Gesù come Signore e Salvatore personale, sono stati in grado di risorgere con Lui a una nuova vita, mediante la rigenerazione dello Spirito Santo. Solo chi, al momento della conversione, è morto spiritualmente con Cristo ed è con lui risuscitato, ha la vita eterna, risusciterà fisicamente a nuova vita e regnerà col Messia-Re alla fine dei tempi.

     Anche oggigiorno Dio invita ad andare a suo Figlio Gesù Cristo, il quale soffrì e morì per ognuno. Dio aveva previsto tramite il suo profeta la passione e la morte di suo Figlio, ma altresì il suo ritorno in vita e la sua glorificazione nella storia: «Ecco, il mio servo prospererà, sarà elevato, esaltato, reso sommamente eccelso. 14Come molti, vedendolo, sono rimasti sbigottiti — tanto era disfatto il suo sembiante così da non sembrare più un uomo, e il suo aspetto così da non sembrare più un figlio d’uomo — 15così molte saranno le nazioni, di cui egli detesterà l’ammirazione; i re chiuderanno la bocca dinanzi a lui, poiché vedranno quello che non era loro mai stato narrato e apprenderanno quello che non avevano udito» (Is 52,13ss).

     Così il profeta condensava nell’introduzione di questo salmo, cantato dal resto fedele, quanto esplicò poi nel resto del testo (Is 53,1-12); invitiamo il lettore a leggerlo per intero.

     Questo è un canto escatologico sul «Servo dell’Eterno», ossia chi lo canta si trova alla fine dei tempi e guarda indietro. Qui il Messia è definito «uomo di dolore». Questo è uno dei brani più preziosi di tutta la Bibbia, poiché riporta un quadro delle sofferenze del Messia, della sua morte, della sua risurrezione, della giustificazione dei peccatori e del suo trionfo nella storia. Questo testo è così vivido di particolari che sembra vedere Isaia stesso ai piedi della croce. È tanto chiaro nella sua mente da parlarne al tempo passato, come d’una cosa già verificatasi e di cui i credenti che compongono il «resto fedele», ossia i riscattati, idealmente posti alla fine dei tempi, guardano indietro a eventi ormai conclusi.

     Sebbene questo canto fosse stato scritto sette secoli prima del Calvario, non può adattarsi ad alcuna altra persona della storia se non al Messia Gesù. Per intenderne il significato, bisogna prendere posto fra quel «resto fedele», guardare a quel «colle fatale» e rimirare per fede quella croce che ci parla d’amore. Sopra quel legno crudele, fu immolato quell’offerta che purifica i cuori di chi in Lui crede.

     Il verso di un canto odierno si adatta a questa situazione: «Ora guardiamo lassù, a quel legno che sanguina ancora; quella croce che accolse il nostro caro Gesù, per offrigli la morte e il dolore. Quella croce deve essere per noi un sussurro ai nostri cuori, una voce di sangue e di dolore; essa dice che un giorno fu immolato e morì Gesù Cristo, per noi peccatori.

     Si fa buio nel cielo, su quel monte fatale e ogni cosa nell’ombra scompare; ma dirada quel velo un chiarore celestiale! È il Signore che brilla e appare».

     Un Gesù morto appariva a tutti un Messia sconfitto; i suoi seguaci si sentivano delusi e sconfitti. Ma quel Gesù di Nazareth risuscitò il terzo giorno per aprire il regno di Dio a tutti coloro che, accettandolo come Signore e Salvatore, entrano a far parte del suo «resto fedele» per diventare membri del suo popolo che un giorno, dopo essere risuscitati a vita, regneranno con Lui su questa terra e poi nell’eternità.

     Questo è il messaggio di una vera Pasqua a tutti. In Egitto Dio risparmiò dal giudizio storico coloro, sulla cui porta c’era il sangue dell’agnello. Oggigiorno Dio risparmia dal giudizio eterno tutti coloro, i cui cuori sono stati purificati dal sangue dell’Agnello di Dio, ossia Gesù.

     Chi si identifica oggi con la persona e l’opera del «Servo dell’Eterno», regnerà un giorno con il «Re dei re e Signore dei signori».

 

► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Servo_Eterno_opera_OiG.htm

09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015

 

 

«Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Timoteo 4,16)

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