Come ottenere il discernimento biblico

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«La dichiarazione delle tue parole illumina, dà intelletto ai semplici» (Salmo 119,130)

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Bibbia (generale)
 
 
 

Oltre alle parti introduttive (Il viaggio nel passato) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell'AT: l'Epoca nazionale e l'Epoca Assira.

■ Ecco le parti principali dell'Epoca nazionale («Libri storici e profetici I»: dalla conquista all'esilio): I Libri Storici in generale - L'epoca Premonarchica - Giosuè - Giudici - Rut - L'epoca Monarchica - Samuele - Re - Cronache - I Libri Profetici in generale.

■ Ecco le parti principali dell'Epoca assira («Libri storici e profetici II»): L'epoca assira in generale - Abdia - Gioele - Giona - Osea - Amos - Isaia - Michea - Nahum.

 
 
 

 

 
 

 

 

 
 
 
 
 

 

TESTIMONIANZE STORICHE

ALL’ISPIRAZIONE DELLA BIBBIA

 

 di Giovambattista Mele - Nicola Martella

 

 

1.  I PADRI DELLA CHIESA: Sono così chiamati scrittori e teologi dei primi secoli dell’era cristiana. Essi furono estremamente espliciti nell’affermare la loro fede. Per loro l’ispirazione e l’autorità della Scrittura erano fatti scontati, non solo in generale, ma anche nei dettagli, in conformità a questa parola del Signore: «Poiché io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure uno jota o un apice della legge passerà, che tutto non sia adempiuto» (Mt 5,18).

 

     ■ Ireneo di Lione (130-200): «Fa’, o Signore Gesù, che tutti coloro che leggono la Sacra Scrittura, imparino a conoscerti e siano radicati in te».

 

     ■ Clemente d’Alessandria (160-240 d.C.): Affermò che né uno jota né un tratto di lettera possono scomparire, poiché tutto è uscito dalla bocca del Signore.

 

     ■ Origene Adamantino (ca. 185-ca. 254): A proposito di Marco 10,50 scrisse: «Diremo forse che l’Evangelista ha scritto senza riflettere, quando racconta che l’uomo si disfece del suo mantello, che si levò e s’avvicinò a Gesù ? Oseremo dire che queste cose sono state inserite negli Evangeli senza scopo? Quanto a me credo che né uno jota o un tratto di lettera dell’istruzione divina sia stata scritta invano. Non dobbiamo mai dire che v’è qualcosa d’inopportuno o di superfluo nelle Scritture dello Spirito Santo, sebbene possano sembrare poco chiare ad alcuni; ma dobbiamo volgere gli occhi del nostro spirito verso Colui che ha ordinate di scrivere queste cose e chiedergliene l’interpretazione. Le Sacre Scritture derivano dalla pienezza della Spirito, in modo che non v’è nulla nella Legge, nei Profeti, nell’Evangelo o negli scritti degli Apostoli che non provenga da Dio».

 

     ■ Atanasio d’Alessandria (295 ca.-373): «I Libri dell’Antico e del Nuovo Testamento sono la fonte della nostra salvezza, a cui chiunque ha sete può sempre ricorrere. E solo per questa fonte che la conoscenza della vita eterna ci è stata trasmessa. Non vi s’aggiunga nulla e non si sottragga nulla! Le sacre Scritture sono divinamente ispirate e bastano per farci comprendere la verità». «Occupati di questa sacra lettura della Parola di Dio e leggila come se fosse stata scritta personalmente per te. Abbi piena fiducia in Dio».

 

     ■ Gregorio di Nazianzo (330-389/390): «Le più piccolo linee della Scrittura sono dovute alla cura minuziosa dello Spirito Santo. Dobbiamo quindi prestare attenzione alle più piccole sfumature di significato».

 

     ■ Giovanni Crisostomo (345-407): «Perché siamo esortati a ricorrere alla Sacra Scrittura? Perché, dopo che le tradizioni umane hanno cominciato a manifestarsi nella chiesa, a quelli che vogliono conoscere la vera fede non resta che appellarsi alla sacra Scrittura, come alla prova incontestabile della verità del cristianesimo e per questo la Sacra Scrittura è più che sufficiente».

 

     ■ Sofronio Eusebio Girolamo (347-420): «È la dottrina dello Spirito quella che viene trasmessa nei libri canonici. Se i concili stabilissero qualcosa a essa contraria, la giudicherei un’empietà».

 

     ■ Agostino di Ippona (354-430): «Tutta la Scrittura è stata scritta dalle dita di Dio, cioè dallo Spirito Santo che ha riempito di sé gli uomini di Dio… Leggo la Scrittura come se fosse stata scritta col sangue di Cristo… Poniamo la nostra fede nella sola Scrittura e questa fonte unica la rafforza… Non voglio che si provi qualcosa semplicemente in base a documenti umani, ma piuttosto mediante gli oracoli di Dio. Leggeteci qualcosa della Legge, qualcosa dei Profeti, dei Salmi, dell’Evangelo, delle Epistole, degli Apostoli — leggete e noi crederemo!».

 

 

2.  I RIFORMATORI: Dopo le deviazioni del Medioevo, il ritorno alle fonti della rivelazione, operato dalla Riforma, fece sì che si proclamasse con vigore l’ispirazione completa della Sacra Scrittura e la sua autorità.

 

     ■ Martin Lutero (1483-1546): Parlando della Bibbia negli articoli di Smalcalda, affermò: «La Parola di Dio costituisce la base degli articoli di fede; al di fuori d’essa, non v’è alcuno che possa avere questo ruolo, fosse anche un angelo». Il Riformatore ingiunse a predicare solo la sacra Scrittura: «Il predicatore deve esporre solamente la Parola della Sacra Scrittura, poiché la Bibbia è la Scrittura stessa dello Spirito».

     Essendo stato convocato a Worms, egli scrisse così all’Imperatore Carlo V: «Sono pronto ad accettare e a sottomettermi al giudizio, senza alcuna riserva, se esso si baserà soltanto sulla Parola di Dio, quella Parola evidente e chiara, che non è soggetta a nessuno, ma che deve a buon diritto essere al di sopra di tutto e rimanere il giudice di tutti gli uomini».

     Altrove Lutero asserì ancora: «Non può essere altrimenti, poiché le Scritture sono divine. In esse Dio parla ed esse stesse sono quindi la sua Parola… Ascoltare o leggere le Scritture significa ascoltare Dio stesso».

 

     ■ Ulrico Zwingli (1484-1531): Nell’esposizione e difesa della genuina dottrina cristiana, egli s’appellò continuatamene al testo divinamente ispirato dell’Antico e del Nuovo Testamento. Già nel 1523 rispondeva così al Vicario di Costanza che proponeva di riferire le questioni controverse alle università di Parigi, Colonia e Lovanio: «Ciò non è necessario, poiché c’è già un giudice imparziale e infallibile. È la Sacra Scrittura che non può né mentire né errare».

 

     ■ Giovanni Calvino (1509-1564): Dio si è rivelato; Egli ha aperto la sua sacra bocca e ha parlato ai patriarchi. Poi, «ha proclamato questa Parola più solennemente e ha voluto che fosse messa per iscritto… Era necessario che la dottrina celeste fosse scritta, affinché non perisse o fosse dimenticata… Abbiamo così solo la Scrittura, in cui Dio ha incastonato la sua verità affinché fosse per sempre ricordata… Essa quindi ha, nei confronti dei fedeli, la stessa autorità che avrebbe la voce di Dio in persona».

     «La Scrittura è la scuola dello Spirito Santo in cui, come Egli non ha omesso nulla che fosse salutare e utile conoscere, così non ha insegnato nulla che non mirasse alla salvezza».

     «Se v’è una controversia, non si deve decidere nulla in base alle opinioni umane, ma solo in base all’autorità di Dio. Poiché il mondo è continuatamene travagliato da opinioni diverse, non v’è altro rimedio: rifugiarci nella Scrittura».

 

3.  LE GRANDI CONFESSIONI DI FEDE PROTESTANTI: È molto interessante ed edificante trovare in questi monumenti della fede della chiesa, la stessa chiara convinzione e la stessa unanimità. I testi che seguono e molti altri ancora si trovano raccolti nella magistrale opera di Philip Schaff, The Creeds of Christendom (Harper & Brothers, New York 1877).

 

     ■ Confessione di fede di La Rocchelle, Chiesa Riformata di Francia (1559): «III. Tutta questa Sacra Scrittura comprende i libri canonici del Vecchio e del Nuovo Testamento [cioè i 66 libri]… Noi riconosciamo questi libri come canonici e come certissima regola della nostra fede, non tanto per il comune accordo e consenso della chiesa, quanto piuttosto per la testimonianza e persuasione interiore dello Spirito Santo… Noi crediamo che la Parola che è contenuta in questi libri, provenga da Dio, dal quale soltanto desume la propria autorità, e non dagli uomini. E anche che essa è la norma d’ogni verità, contenente tutto ciò che è necessario per il servizio di Dio e per la nostra salvezza, per cui né gli uomini né gli angeli possono aggiungervi nulla, né togliere o cambiare alcunché».

 

     ■ I trentanove articoli della chiesa anglicana (1563): «VI. Le Sacre Scritture bastano per la salvezza; la Sacra Scrittura contiene tutto ciò ché è necessario alla salvezza. Conseguentemente, tutto ciò che non si trova in essa o non può essere provato per mezzo d’essa, non può essere imposto ad alcun come articolo di fede o ritenuto necessario per la salvezza».

 

     ■ Confessione di fede di Westminster (1667): «II. […] I libri dell’Antico e Nuovo Testamento ci sono stati dati per ispirazione divina come regola di fede e morale. [...] IV. L’autorità della Sacra Scrittura, per cui si deve credere e obbedire a essa, non dipende dalla testimonianza di qualche uomo o della chiesa stessa, ma interamente da Dio (che è la stessa verità); essa dunque deve essere accettata in quanto è la Parola di Dio. [...] V. [...] La nostra assoluta convinzione e la nostra certezza relative alla sua infallibile verità e autorità, derivanti dall’azione interiore dello Spirito Santo. [...] VIII. [...] L’Antico e Nuovo Testamento… essendo stati direttamente ispirati da Dio e per la sua cura particolare e provvidenza, conservati puri attraverso i secoli, sono conseguentemente autentici; in modo che la chiesa s’attenga a essi in ultima istanza in tutte le controversie religiose. [...] X. [...] Il giudice sovrano che deve dirigere le controversie religiose, esaminare tutti i decreti dei concili, le opinioni degli antichi autori, le dottrine degli uomini e i singoli spiriti e la cui sentenza deve essere per noi decisiva».

 

     ■ Seconda confessione di fede elvetica (1566): «Noi crediamo e confessiamo che le Scritture canoniche dei santi profeti e apostoli dell’Antico e del Nuovo Testamento sono la vera parola di Dio e che hanno sufficiente autorità da se stesse e non dagli uomini. Dio ha infatti parlato personalmente ai padri, profeti e apostoli e parla ancora a noi attraverso le Sacre Scritture. E la chiesa universale di Cristo vede pienamente compreso in questa santa Scrittura tutto ciò che appartiene sia a quanto dobbiamo credere per essere salvati sia a quanto serve a condurre la nostra vita in modo da renderla gradita a Dio. E questo il motivo per cui Dio ha espressamente proibito di aggiungervi o togliervi qualsiasi cosa».

 

 

4.  ALCUNI TESTIMONI DELLA FEDE

     ■ Adolph Monod (1802-1856): «Quando la Scrittura parla, è Dio che parla… Ciò che essa dice non è meno vero e meno certo che se il cielo s’aprisse in questo momento su di noi e la voce di Dio risuonasse come sul Sinai, dicendoci le stesse cose. Non vi sono limiti alla fiducia e alla sottomissione dovute alla Scrittura…».

     «La Scrittura è l’espressione divina delle massime che costituiscono il fondamento stesso di ciò che è invisibile ed eterno. Essa è come una lettera che Dio ha scritto riguardo al mondo invisibile, ai suoi figli che vivono ancora nel mondo visibile…».

     «La Scrittura è dunque la Parola di Dio nel senso più elevato nello stesso tempo più semplice… Essa è l’unica regola sicura di fede e di condotta morale… Niente ha valore, se non ci si sottomette ed è subordinata all’autorità sovrana, infallibile, immutabile Parola di Dio…».

     Gli altri libri «sono tutti pieni d’errori umani; solo la Scrittura ne è esente: Essa è il libro di Dio… In essa sentiamo Dio parlare mediante lo Spirito Santo… La lettura di questa Parola ispirata dallo Spirito di Dio è come un colloquio con Dio».

 

     ■ Alessandro Vinet (19°-20° sec.): «Non crediate che il Cristianesimo accomodante eliminerà qualche idea per mettersi d’accordo con il mondo; per niente, perché si fa forza della propria inflessibilità… Quelli che non osano rifiutarla, cercano d’addolcirla. La si spoglia della sua rozzezza, dei suoi miti, come ci si compiace chiamarli; la si rende più ragionevole; ma, fatto strano! quando è ragionevole, perde il suo vigore… Lo zelo, il fervore, la santità, l’amore scompaiono con gli strani dogmi. Il sale della terra ha perduto il suo sapore e non si sa più come sostituirlo. Al contrario, venite a sapere che vi è stato un risveglio, che il Cristianesimo si rianima, che la fede diviene vivente, che lo zelo abbonda? Non domandatevi in quale sistema crescano queste preziose piante. Potete subito rispondere che è sul suolo rozzo e scabroso dell’ortodossia, all’ombra di quei misteri che confondono la ragione umana e di cui essa vuol fare a meno».

 

     ■ Billy Graham (1918~): William Franklin Graham è più vicino ai nostri tempi, il cui nome è conosciuto da molti. Vale la pena citare la sua testimonianza: «Nel 1949 cominciai ad avere dei dubbi intorno alla Bibbia… Andavo avanti… lottando con Dio. Finalmente, disperato, abbandonai la mia volontà al Dio vivente rivelato nella Scrittura. M’inginocchiai davanti alla Bibbia aperta e dissi: in questo momento per fede accetto la Bibbia come tua Parola. L’accetto interamente, senza riserve… Se a te piace, dammi autorità quando proclamerò la tua Parola…».

     «Non parlo a favore della bibiolatria. Non suggerisco che si debba rendere un culto alla Bibbia, quasi come se un soldato dovesse rendere un culto alla sua spada o un chirurgo al suo bisturi. Sono però a favore d’un ritorno alla predicazione basata sulla Bibbia, a una presentazione dell’Evangelo, in cui s’affermi senza ambiguità: Così dice il Signore!».

 

 

5.  ALCUNE CONCLUSIONI: Il Signore ha fatto sì che in ogni tempo ci siano stati dei suoi testimoni. Quando siamo tentati di credere che siamo i soli a conservare la testimonianza della Bibbia, la Parola di Dio, il Signore ci ricorda le migliaia di credenti che non hanno deposto le armi.

     Il profeta Elia, pensando di essere rimasto solo a difendere l’onore di Dio, ricorse a Lui contro Israele, dicendo: «Io sono stato mosso da una gran gelosia per l’Eterno, per il Dio degli eserciti, perché i figli d’Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti; sono rimasto io solo, e cercano di togliermi la vita!» (1 Re 19,10.14). Ma che cosa gli rispose la voce divina? «Ma io lascerò in Israele un resto di settemila uomini, tutti quelli il cui ginocchio non s’è piegato dinanzi a Baal, e la cui bocca non l’ha baciato» (v. 18).

     Paolo, citando tali versi, aggiunse riguardo al resto d’Israele che aveva accettato Gesù quale Messia: «E così anche nel tempo presente, v’è un residuo secondo l’elezione della grazia» (Rm 11,5).

     Dio ha sempre un resto fedele che tiene alta la sua Parola, anche al presente. Egli raccomandava ai Filippesi: «Siate irreprensibili e schietti, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vita» (Fil 2,15).

 

► URL: http://lucebiblica.altervista.org/Articoli/Testimonianze_ispirazioneBB_R34.htm

09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015

 

 

«Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Timoteo 4,16)

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