Come ottenere il discernimento biblico

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«La dichiarazione delle tue parole illumina, dà intelletto ai semplici» (Salmo 119,130)

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Nello stesso libretto sono contenute le domande per lo studio e il dizionarietto, dove trovare le risposte. Ecco le parti principali della parte di studio: Introduzione all'Evangelo di Matteo - Nascita, battesimo e tentazione (Mt 1,1-4,11) - Attività in Galilea (Mt 4,12-16,12) - Istruzione dei dodici (Mt 16,13-18,35) - Viaggio verso Gerusalemme e ultimi giorni in essa (Mt 19-25) - Crocifissione e risurrezione (Mt 26-28). ● Inoltre ci sono, tra altre, anche queste parti: - Dizionarietto - Guida allo studio personale e di gruppo.

 
 
 

 

 
 

 

 

 
 
 
 
 

 

TRE GIORNI E TRE NOTTI NELLA TOMBA: I FATTI

 

 di Giovambattista Mele - Nicola Martella

 

È un luogo comune che il Signore Gesù Cristo sia morto di venerdì. Ora, però, esaminando bene i testi biblici inerenti e risalendo a informazioni giuste e precise, dobbiamo concludere che Gesù morì di mercoledì. Ciò si accorda con le parole dello stesso Gesù che disse: «Generazione cattiva e Spergiura! Va in cerca d’un segno! Ma non le sarà dato altro segno che quello del profeta Giona. Infatti, come Giona rimase nel ventre del pesce per tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo rimarrà nel cuore della terra per tre giorni e tre notti» (Mt 12,39s). In tal modo il Signore comunicò che sarebbe restato nel cuore della terra tre giorni e tre notti.

     La sua morte avvenne in concomitanza con la Pasqua, quando si sacrificava l’agnello. Secondo l’ordine del Signore, il popolo ebraico festeggiava la Pasqua nel «primo mese dell’anno», ossia nella luna di marzo (tra marzo e aprile), secondo il calendario giudaico, e precisamente il 14° giorno, fra i due crepuscoli (Lv 23,5).

     Il 15° giorno di quel mese veniva festeggiata la festività pasquale quale «sabato solenne» (o «gran sabato»); essa cadeva ogni anno in un giorno qualsiasi della settimana. In quell’anno, tale festività cadde di giovedì; secondo la legge, nei giorni di festa (o sabati) non bisognava eseguire nessun lavoro. Oltre al «gran sabato» pasquale, in quella settimana ricorreva pure il normale «sabato settimanale»; vi furono quindi due «sabati».

     Gesù Messia fu, dunque messo in croce all’ora terza (alle ore 9 del mattino); morì dopo 6 ore d’agonia, all’ora nona (alle quindici). Fu sepolto prima delle diciotto, in quanto dopo tale ora cominciava la vigilia del «gran sabato» pasquale.

     L’evangelista Luca precisò che «le donne, che erano venute con Gesù dalla Galilea, avendo seguito Giuseppe [d’Arimatea], guardarono la tomba e come v’era stato posto il corpo di Gesù. 56Poi, essendosene tornate, prepararono aromi e oli odoriferi» (23,55s; per i dettagli cfr. Mc 15,42-47). Durante il «sabato settimanale» osservarono il riposo, come prescritto dalla legge mosaica (Lc 24,1).

     Poi, «il primo giorno della settimana, Maria Maddalena si recò di buon mattino al sepolcro, mentre era ancora buio, e vide la pietra rimossa dal sepolcro» (Gv 20,1). Per intenderci, oggigiorno diremmo «domenica» al posto di «primo giorno della settimana», ma tale designazione nacque solo secoli dopo. Facendo un paragone con l’oggi, per gli antichi il giorno andava dalle diciotto di un giorno alle diciotto di quello successivo. Poiché il «sabato settimanale» terminava alle diciotto, Gesù risuscitò dalle 18,01 in poi, quando iniziò già il nuovo giorno (e la nuova settimana); sebbene, quando Maria Maddalena andò alla tomba fosse ancora buio, era già il primo giorno della settimana.

     Ricapitoliamo i fatti di quella settimana.

     ■ Terzo giorno (martedì): Quella sera, Gesù celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Nella giudaismo c’erano due modi diversi di festeggiare la Pasqua: gli abitanti della Giudea lo facevano quell’anno di mercoledì e gli Ebrei del resto della Palestina e nella diaspora anticipavano di un giorno. Gesù e gli apostoli, essendo Galilei, festeggiarono la Pasqua quell’anno di martedì. Era chiaro che l’agnello potevano scannarlo e mangiarlo solo coloro che erano presenti a Gerusalemme.

     La Pasqua (= saltare passando) veniva celebrata per ordine del Signore, per ricordare il passaggio dell’angelo distruttore (uccise i primogeniti degli Egiziani e «saltò» quelli ebrei) e la liberazione del popolo d’Israele dall’Egitto. La Pasqua veniva celebrata con l’uccisione dell’agnello, che veniva scannato dai sacerdoti nel tempio di Gerusalemme. L’agnello doveva essere senza difetto. Il sangue veniva spruzzato sull’altare per l’espiazione del peccato, mentre la carne dell’agnello era destinato all’offerente. Ogni famiglia, dopo averlo arrostito, doveva mangiarlo senza rompere alcun osso.

     La notte di quel martedì, Gesù celebrò la Pasqua con i discepoli, poi uscirono di casa, si recarono al monte degli Ulivi e qui il Messia fu arrestato e posto sotto interrogatorio. La notte stessa gli fecero il processo, lo condussero avanti e indietro: nel Sinedrio, da Pilato e da Erode e ancora da Pilato.

     ■ Quarto giorno (mercoledì): La mattina presto fu condotto dalla casa di Caiafa davanti a Pilato; ma, scrisse Giovanni, le guide religiose e politiche «non entrarono nel pretorio per non contaminarsi e così poter mangiare la pasqua» (Gv 18,28). Infatti, come abbiamo già evidenziato, gli abitanti della Giudea, a differenza degli altri Ebrei di Palestina e della diaspora, scannavano quel giorno l’agnello pasquale.

     Alle 9 del mattino, Gesù venne inchiodato alla croce, alle 15 morì e alle ore 18 circa veniva deposto nel sepolcro. È evidente che era il quarto giorno della settimana (mercoledì). Così Gesù fu crocifisso e morì fra una Pasqua e l’altra, fra quella degli Ebrei e quella dei Giudei. In tal modo, era l’agnello di Dio per tutto il giudaismo.

     Le guide religiose chiesero a Pilato che il sepolcro fosse «sicuramente custodito fino al terzo giorno» da una guardia (Mt 27,62-66). La pietra fu inoltre sigillata (v. 66).

     ■ Quinto giorno (giovedì): Infatti Gesù non poteva rimanere in croce in quanto dalle ore diciotto in poi iniziava il giovedì e, quindi, il «sabato solenne» della Pasqua. Esso era un giorno di riposo. Gente suppliziata che fosse rimasta senza sepoltura avrebbe dissacrato la Pasqua.

     ■ Sesto giorno (venerdì): Il venerdì le donne prepararono gli aromi per la sepoltura.

     ■ Settimo giorno (sabato): Il giorno dopo, essendo il «sabato settimanale» gli Ebrei si riposarono, come prescriveva la legge.

     ■ Primo giorno della nuova settimana: Esso cominciava già sabato, dalle 18° in poi. La mattina dopo, quand’era ancora buio, le donne andarono al sepolcro. La pietra era stata rimossa da qualcuno. Maria Maddalena, che era arrivata prima delle altre, non trovò il corpo del Signore.

 

Come si vede, furono realmente «tre giorni e tre notti», come aveva preannunciato anche il Signore stesso.

     Durante il corso della storia, i capi religiosi spostarono la morte del Signore al venerdì; ma così facendo, non si avranno mai tre giorni e tre notti. Tutte le spiegazioni al riguardo sono insufficienti.

     Poiché la Parola di Dio non può contraddirsi, è bene prenderla sul serio, senza cercare di adeguarla alle proprie tradizioni. Certo tutto ciò non cambia nulla al fatto che Gesù sia realmente morto sulla croce per la salvezza di chiunque crede e che la Pasqua sia la commemorazione della sua morte (1 Cor 5,7s). Rimane comunque la questione della verità. Se le sacre Scritture danno questo quadro dei fatti, non dobbiamo adeguarla alle nostre tradizioni, ma siamo noi a doverci adeguare ad essa.

     In ogni modo, come già ribadito, deve interessarci soprattutto quello che è successo sopra quella croce: lo spargimento del sangue di Gesù Cristo per amore verso ognuno di noi. Ognuno fa bene a recarsi idealmente ai piedi di quella croce e chiedere al Signore Gesù di riscattarlo proprio mediante il prezzo del suo sangue. Infatti, «non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, 19ma col prezioso sangue di Cristo, come d’agnello senza difetto né macchia» (1 Pt 1,8).

 

Tre giorni e tre notti nella tomba (2): contraddizioni? {Giovambattista Mele - Nicola Martella}

 

► URL: http://www.lucebiblica.altervista.org/Articoli/Tre_giorni_notti1_Mt.htm

09-07-2007; Aggiornamento: 07-06-2015

 

 

«Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Timoteo 4,16)

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